martedì 8 gennaio 2013

Per Luigi Spaventa


Ci ho pensato. Ma credo sia normale che anche io possa ricordare Luigi Spaventa: con affettuoso cordoglio.
Non tanto perché l'ho conosciuto, essendo lui arrivato a Siena per presiedere il Monte dei Paschi, per un periodo, tra l'altro, breve. Lo faccio per due motivi specifici, che si aggiungono ai grandi meriti che già aveva verso la cultura, non solo economica, e verso lo Stato e le sue Istituzioni.
Lo leggevo solo su Repubblica, purtroppo.
I due motivi, dunque. E' stato il primo e l'unico Presidente del Monte dei Paschi a visitare il cantiere, quasi finito ma non inaugurato, del nuovo Centro Direzionale di Viale Mazzini. Non fu una visita tanto per fare; fu invece una visita accurata e interessata, da uomo attento alle cose, alla loro funzione e qualità. Ma senza pedanteria.
Poi si deve a lui se la mia proposta di chiamare Valerio Adami ad arricchire il foyer dell'auditorium fu finalmente accolta. La proposta era stata più volte già avanzata, trovando però ostacoli di dubbia origine nella cincischiante Direzione della Banca, più aperta a inutili sorrisi che a simili decisioni.
Spaventa, uomo invece aperto e con una moglie dalla colta sensibilità per l'arte, dette il via senza indugi.
Ed oggi quella grande pittura pubblica (mt 9x9) è la più importante opera d'Arte Moderna che non solo il Monte, ma la città intera abbiano.
Luigi Spaventa appariva ed era elegante, informale ed ironico: quando ci presentarono al suo arrivo in cantiere mi strinse la mano, inchinandosi.

Augusto Mazzini

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