martedì 21 febbraio 2012

Un anno e 11.719 letture


Il 18 febbraio questo Blog ha compiuto un anno. Non è tempo di festeggiamenti, ma è inutile negare una certa soddisfazione. Anche se diversi anni fa Natalia Ginsburg scrisse, a proposito di poesie tardo-amorose di Giorgio Bassani, che soddisfazione è più materiale di gioia o, addirittura, di felicità.
Fatta la citazione d'obbligo, non ci rimane che sperare di poter continuare ricevendo la stessa attenzione. Cosa non facile, partendo la nostra voce da Siena che non è proprio il centro del Mondo: anche se molti senesi lo pensano. In effetti abbiamo cercato di mescolare "cronaca" locale, sport "locale" (ma fino a un certo punto visto che nel calcio il Siena è per ora in serie A; e nel basket Mens Sana-Monte dei Paschi vince sempre tutto) con altri argomenti in cui, direttamente o indirettamente, l'architettura era presente, se essa si intende come disciplina, arte, mestiere etc, comunque di interesse pubblico; e perciò anche generale.
Purtroppo l'architettura vive in Italia, e non da ora, una brutta stagione. Le maggiori riviste del settore (con poche eccezioni come ad esempio L'industria delle costruzioni) non fanno ricerca, non allargano lo sguardo. Se lo facessero probabilmente scoprirebbero che esistono, in Italia, architetture ed esperienze urbane che, senza scimmiottare le mode e le archistar, potrebbero aprire interessanti prospettive. Anche se le buone architetture sono spesso danneggiate da una cattiva politica urbanistica, che ha generato e genera orribili contesti ambientali.
Ma torniamo a Siena: speriamo che la fiammella che abbiamo acceso come augurio sulla Torre del Mangia segni l'inizio di una nuova stagione di intelligente politica della città e di assoluta attenzione verso la qualità di ciò che si costruisce a qualsiasi scala: edifici, spazi pubblici verdi e non, infrastrutture etc.
Per ora non si avvertono grandi segnali e la burocratizzazione informatica dell'edilizia mette in secondo piano la progettazione vera e propria.
Comunque la fiammella si è accesa e lo spegnimento è assolutamente augurale.

21 02 2012 (!)

venerdì 10 febbraio 2012

Un ferita per l'architettura


Nella notte tra il 9 e il 10 febbraio, a Marsiglia, è scoppiato un grave incendio all'interno dell'Unità d'abitazione (Unité d'habitation) progettata e realizzata da le Corbusier tra il 1947 e il 1952.
Per chiunque si sia anche solo avvicinato all'Architettura questo grande edificio ha costituito, nel bene e nel male, un termine di riferimento. Le Corbusier realizzò altre tre unité: a Nantes, a Berlino (la più discutibile) e a Firminy-Vert, completata, questa, dopo la sua morte (1965).
Morì praticamente nuotando a Roquebrune-Cap-Martin, dove alloggiava abitualmente nel suo francescano cabanon. Questo incendio fa pensare alla sua morte: come una cremazione spettacolare nel suo edificio più noto, tra i tanti capolavori che pensò e anche costruì.
Le notizie dell'incendio hanno subito usato il termine "Cité Radieuse", ma è una etichetta che non corrisponde a quell'edificio: "Cité" sarebbe stata un insieme ordinato di edifici di misura conforme, cioè di più Unité; io credo.
Speriamo che i danni non siano irreversibili e che le zampe di elefante dei magnifici pilotis continuino a sostenere quella splendida utopia abitativa.
L'omino che, in una foto del 1973, si vede solitario osservatore dell'Unité di Marsiglia, è l'autore di questa breve nota.



disegno assonometrico con l'unità residenziale tipo


venerdì 3 febbraio 2012

Voltaire pagina



Visto che la stampa – ad eccezione di quella locale – ha parlato e continua a parlare dettagliatamente dello scadimento di Siena rispetto ai livelli di eccellenza che manteneva nel panorama delle città italiane, meglio qui non parlarne; nella convinzione, comunque che esistano, pur nello stato generale di crisi, motivi e addirittura fatti che qui hanno inciso negativamente in modo evidente.
Per fortuna esistono giornali e persone – ad esempio chi in TV, recentemente, con grande chiarezza è andato dritto alla causa principale della specifica situazione senese.
Un blog che vorrebbe occuparsi soprattutto di qualità urbana e dintorni è meglio che, tra le parole che si dicono e si scrivono, individui quelle che si possono prendere come piccoli mattoni per ricostruire posizioni, ruoli, atteggiamenti, responsabilità…
Due parole, ad esempio, lette in questi giorni: incorrono e intellighenzia.
La prima, unita alla parola obblighi invece di corrono, rivela un senso di colpa da parte di chi l’ha scritta. (Sono incorso in un errore; sono incorso in una dimenticanza; sono incorso nella sottovalutazione… etc). Se si tratta di un Soprintendente è un pericoloso campanello d’allarme: per la città e i suoi beni artistici.
La seconda – intellighenzia – riporterebbe molto indietro negli anni; addirittura nei secoli se ne ricostruiamo l’origine. Nata nel '700 in Francia, arriva poi in Russia: dove soprattutto individuava “una classe di intellettuali di origine nobile o borghese che fino al 1917 fu avversa al feudalismo Zarista… dalla quale maturò la Rivoluzione d’Ottobre”. Nientepopodimeno!
Ma oggi non è passato solo un secolo; è passato un mondo; e la parola интеллигенция tende piuttosto, ormai, a confondersi con casta; la caccia alla quale è diventata uno sport nazionale. Una caccia in cui talvolta si spara a casaccio, specie se la “casta/intellighenzia” è addirittura ammuffita.
Ma non c’è tanto da sorridere: quando con le parole si cerca di voler imporre appartenenze senza argomenti e nomi, si può seminare una paesana caccia alle streghe: che Siena ha già patito alcuni anni fa con le false liste massoniche e la condanna di chi ne fu artefice o complice.
Oggi sembra piuttosto uno sbandamento ideale e politico che rischia, oltretutto, di danneggiare l'immagine di chi lo promuove.

A.M.