lunedì 30 gennaio 2012

Un certain sourire


Circa l'improvvida uscita sugli sfigati di 28 anni, di evidente ascendenza Tremontian-Brunettiana, da parte del Sottosegretario Michel Martone, è stato scritto praticamente tutto. Egli ha raggiunto così, con un solo aggettivo, una popolarità improvvisa ed estesa: perciò, fortunatamente, di rapido consumo.
Ma qualcosa è sfuggito ai numerosissimi commentatori, tutti spostati sul sociale e circoscritti nel merito. Lasciamo stare l'ombra del Martonepotentepadre, che molti ricorderanno accumunato, anche in una foto (mi pare al ristorante), con supposte figure di appartenenti alla supposta P3. Lasciamo perdere la non convinta assegnazione dell'Ordinariato a 29 anni - purtroppo presso l'Università di Siena - con Presidente della Commissione giudicatrice il Professore con cui il giovane talento si era laureato.
Ricordiamo invece, sperando di non rivederlo presto (o mai, se si dimettesse), il sorriso che ha esibito, dall'inizio alla fine, nella sua apparizione televisiva con la bravissima Gruber. Un sorriso prefabbricato, precotto, pre-stampato su una bocca orizzontale, come una saracinesca abbassata su una qualunque espressione comunicativa. Un sorriso saccente da saputello, felice della sua estraneità alla normalità dell'argomentare.
Dal chiuso di quella serranda uscivano solo affermazioni apodittiche, indiscutibili e libresche, certificate, si intuiva, dalla sua fulminante carriera universitaria.
Chi lo ha scelto per fare il Sottosegretario, o, come ora si dice il Vice-ministro? Viene da pensare che, mentre i ministri se li è scelti Monti accuratamente, i Sottosegretari siano un po' usciti di controllo, e così nel vasto numero sia potuto entrare anche qualcuno che magari poteva ancora perlomeno aspettare. Come, nella Commissione per l'ordinariato, qualcuno gli aveva già allora consigliato.

PS. Proprio oggi, 30 gennaio a Bologna, studenti (?) e membri dei cosiddetti centri sociali (?) hanno manifestato violentemente contro il Presidente della Repubblica che stava ricevendo la Laurea Honoris Causa.
Altro che sfigati: solo imbecilli!

lunedì 16 gennaio 2012

Quale disegno?


Forse è il caso che si spenda un po' di attenzione verso le intenzioni urbanistiche della amministrazione comunale di Siena, che sembrerebbero essere in fase di avvio. Questo preambolo non ha niente di preconcetto; è solo curiosità e desiderio di conoscere: che dovrebbe essere un diritto-dovere dei cittadini. I boni cives, che in genere vengono quasi sempre dopo la musica. Si tratta di due temi apparsi in tempi diversi (il secondo è di sabato 14 gennaio) sul Corriere di Siena che, bene o male, offre almeno qualche spiraglio sulla politica urbanistica della civica amministrazione: in verità più prodiga di annunci che di leggibili informazioni.
I temi sono due. Primo: l'assetto complessivo di quella infrastruttura che avrebbe dovuto essere la strada fiume, unico pensiero forte ereditabile dal Piano Regolatore Secchi.
Secondo: i due parchi a scala urbana. Il Parco Urbano, di cui si parla sempre ma non si sa oggi cosa sia, e l'altro, che si è affacciato più recentemente alla ribalta, il cosiddetto Parco del Buongoverno. Del primo sarebbe logico e giusto sapere l'esito. Cioè se esito equivale a dolorosa scomparsa a seguito della caduta di almeno due suoi caposaldi: l'area del Rastrello e il terminal/ponte dell'area ex Sita.
Si ricordi che quest'area fu oggetto di un concorso, forse ormai accantonato, che sarebbe interessante rileggere nella sua ignobile vicenda. Del secondo le notizie che filtrano, invece, non vanno oltre la titolazione, di scadente e ruffiana fantasia comunicativa.
L'assessore all'urbanistica ha tracciato, per ora, delle buffer zone (zone margine o cuscinetto) a sud est di Siena solo una sintetica cornice delle competenze che verranno coinvolte attraverso protocolli di intesa e studi: comprese le contrade, come sempre considerate rassicurante presenza.
Per questi due temi esistono e quali sono le prime idee o intenzioni progettuali? Chi materialmente lavorerà ai progetti (nel senso insieme più ampio e più specifico)? Quando si potranno vedere le principali fasi di avanzamento di questi due progetti, visto che esiste luogo preposto per la comunicazione, al piano terra di Palazzo Patrizi? Come è organizzato oggi il comparto urbanistico del Comune di Siena?
Per l'area ex Fiume esiste un generale disegno? Che sia almeno di massima, in cui si legga l'intero assetto della viabilità di scorrimento e di attraversamento, con tutte le complicate rotatorie già esistenti e quelle che sembra siano state già progettate. 
È fuori luogo chiedere se si è cominciato ad allargare lo sguardo e a pensare ad una mobilità innovativa che riduca l'uso dell'automobile privata e degli attuali pesanti autobus cosiddetti urbani?
C'è, insomma, un Disegno Generale di quella parte essenziale della struttura urbana? Scendendo in dettaglio, che senso hanno gli orribili edifici che già stanno intasando l'ex fondovalle ferroviario e affogando nel suo ruolo intestinale il "viale" Sardegna?
Altro, meglio non chiedere per ora all'assessore, che è un ottimo avvocato, e avrà certo il suo da fare, e molti minuti da perdere, sui lasciti della precedente gestione urbanistica.
A.M.
Alison Smithson nella sua casa di Londra. Schizzo di Augusto Mazzini

giovedì 5 gennaio 2012

martedì 3 gennaio 2012

L'Après-Midi



Meglio, se non ridere, almeno sorridere. Anche se è difficile farlo con le cattive notizie che stampa e TV ci propinano ogni giorno circa la condizione economica e sociale dell'Italia. Come se tutto fosse scoppiato all'improvviso: per il semplice fatto che qualcuno (Monti) ha spiegato, come si dice, per filo e per segno ciò che era già da lungo tempo sopra la testa degli italiani. E non solo su di loro, mi pare.
Le immagini significative: cortei o assembramenti di uomini e donne giustamente preoccupati/incazzati; la pistola del distributore carburanti che si infila nel bocchettone di un'automobile: in dettaglio; interviste per strada a chi capita capita. Ma prima, o in chiusura, le tragiche conseguenze: suicidi e morti.
Tutto vero, ma era già vero, o era già possibile, mesi e anni fa: almeno tre, quando la crisi "non riguarda l'Italia" come diceva qualcuno.
Perché almeno sorridere, allora? Primo per non piangere; secondo perché sembra che ora se ne stiano occupando medici onesti e competenti. Ma non è detto che sia sufficiente. Perché?
Se uno guarda in casa sua, nella propria città, scorgerà tuttora esempi di cattiva politica. O, almeno, di una netta separatezza tra severa predicazione e scadenti pratiche applicazioni; cercando forse di contrapporre agli estesi e scivolosi trasversalismi esistenti un interventismo autoritario che rischia di andare oltre i ruoli di democratica competenza.
Perciò dopo le feste, dopo i pranzi, l'Aprés-Midi il mitologico fauno si asciuga sorridente i capelli nel bagnetto di casa.

A.M.