mercoledì 17 agosto 2011

La mente libera

                                                                           



Marga Marmoross Sergardi era una persona davvero rara; era come appariva, ma anche esattamente il contrario. Distolta e presente, distante e vicina.
Una cittadina apparentemente appartata e invece partecipe e attiva. Il Teatro, la scrittura, l'insegnamento (volontario e involontario) popolavano la sua esistenza.
Negli ultimi anni più fragile eppure inflessibile. Partigiana, a suo modo; socialista, a suo modo; aperta ai più giovani, a suo modo.
Era perciò un'autentica aristocratica, nel senso vero; senza pompa, né vezzi.
Sapeva essere un'amica a distanza, anche con me.
                                                                                              A.M.



venerdì 12 agosto 2011

Non sparate sul pianista



Tra le fortune che si hanno nel vivere a Siena c’è quella di poter ascoltare dal vivo, grazie alla presenza dell’Accademia Musicale Chigiana, molti illustri esecutori di musica classica, durante una stagione che non conosce soste, dalla invernale Micat In Vertice alla Settimana all’Estate Musicale. Questa fortuna, sostenuta dalle Istituzioni della città e dai cittadini (ma potrebbe/dovrebbe esserci un maggiore coinvolgimenti di questi ultimi), consente esperienze straordinarie e rappresenta una delle più importanti e durevoli ricchezze di Siena: laddove finalmente le tanto sbandierate “eccellenze” trovano giusta corrispondenza con i fatti reali.
La Chigiana, senza ombra di dubbio, è un pilastro della vita culturale senese, e in questi tempi grami rimane uno dei pochi saldi ancoraggi da cui lanciare una sfida ineludibile per il futuro della città: capitale della cultura, europea con certificazione nel 2019 o mondiale senza bisogno di riconoscimenti ufficiali (tantomeno le medaglie di castagnaccio della Brambilla).
Si può e si deve riflettere sul come incrementare o implementare l’offerta musicale della Chigiana, e se da un lato la Direzione artistica della stessa e tutto l’insieme dell’Accademia stanno continuamente elaborando nuovi progetti, dall’altro torna insistente la necessità di dotare la città di un auditorium degno di questo nome (con tanta simpatia per i Rozzi o per i nuovi ma ancora torridi – come prima – Rinnovati), che diventerebbe una vera e propria “industria” culturale capace di produrre cultura, lavoro, ricchezze. E’ questo dell’auditorium un sogno che aleggia da molti lustri (io stesso ne scrivevo più d’un decennio fa) e che ora trova molti sostenitori nei luoghi delle decisioni; purtroppo mancano forse le risorse economiche.
Se la città avesse già un suo auditorium, come Porto, Parma o – per rimanere al piccolo – Ravello, il concerto di martedì 9 agosto l’avrebbe visto pieno in ogni ordine di posti, come sempre accade quando a Siena arriva Maurizio Pollini. Il concerto di Pollini a Siena è una fortuna nella fortuna: ascoltarlo e poi andare a parlare del prossimo palio in contrada è una esperienza che solo qui si può avere.
Pollini è grandissimo, non so dire se il più grande, ma è un punto di riferimento da decenni, anche per la continua ricerca e lo studio sempre innovativo sulle partiture.
Martedì ha eseguito 4 (quattro) sonate del mitico Ludovico Van (come diceva Alex) nel clima oggettivamente antipatico dei Rinnovati: splendido e chiarissimo come sempre, generoso come sempre. Non è questa infatti una recensione. Alla fine del concerto qualcuno si è lamentato per la non concessione di bis, come se un movimento in più fosse dovuto agli scroscianti applausi, come se il concerto non fosse stato uno splendore in sé, oltretutto concluso nella geometria delle sonate scelte, come se Pollini venisse a Siena svogliato e per onor di firma.
Al di là del concerto dell’altra sera, indubbiamente faticoso e probante anche per il clima torrido del teatro, ricordo chiaramente gli aggiustamenti chiesti dal maestro per dare un’acustica decente ai Rozzi (segno di un’attenzione non distratta) o i 7 (sette) bis al termine di un concerto chopiniano di un paio di anni fa.
Mi auguro vivamente che Maurizio Pollini torni a suonare per noi.

Paolo Mazzini

giovedì 4 agosto 2011

Summertime

Il Paese è in pessime condizioni,  la nuova Amministrazione Comunale di Siena sta facendo i primi passi, per ora ancora poco decifrabili per il lungo periodo. Una cosa potrebbe essere fatta, con chiarezza e senza indugi: eliminare i parcheggi da tutte le aree destinate chiaramente per loro origine o forma ai pedoni. Una "piccola riforma estiva".

Noi ci allontaniamo per qualche giorno dal computer, mettiamo in moto le gambe, ma teniamo desta la mente (si spera): architetturepossibili in vacanza.