lunedì 22 aprile 2013

San Giorgio e il drago


Caro Presidente, scusi anche noi semplici cittadini per la fatica che dai nostri politici Le è di nuovo richiesta. Non credo comunque che essi siano in genere molto peggio della società che li esprime. Certo questa volta non potevano comportarsi in modo più irresponsabile.
Nell'ulteriore fatica sia generoso e severo, cauto e deciso, riflessivo e rapido. Presto e bene possono stare insieme: ma non abbiamo certo da insegnarLe nulla.
Da Siena La ringraziamo perciò con ammirazione e affetto.

venerdì 19 aprile 2013

Tramonti


Napolitano gli aveva tracciato, con implicita chiarezza, il possibile percorso fino a divenire il futuro presidente della repubblica. Ha creduto, invece, di "mettersi in politica" sicuro di raccogliere molti voti; con un Centro che si è rivelato un centrino.
Ha accettato anche improbabili apparizioni televisive non all'altezza della sua specifica intelligenza.
Pare che il suo gruppetto voterà, nella votazione decisiva, per la Cancellieri: ottimo ministro dalla parlata adenoidea che non avrà però voce in capitolo. E Monti pure.

mercoledì 17 aprile 2013

Avanti miei prodi!

Domani, proprio a quest'ora (10:00), si comincia ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, il Capo dello Stato.
Uomo o donna che sia, si tratta della massima autorità del Paese e del custode della nostra bellissima Costituzione.
Ma avverto uno spiacevole scarto tra la mia, e non solo mia, partecipazione emotiva e l'eco, in generale pesante, che proviene dalla sfera della politica ufficiale; non la politica in genere, ma quella dei Partiti. Compreso quello a cui per ora sono iscritto: anzi, soprattutto quello.
Basta leggere il titolo a tutta pagina de "l'Unità" di oggi: Amato, Marini o mister X
Ma siamo pazzi, nel metodo e nel merito? Per la presidenza riemergono nomi, tra i proposti e i sotterranei proponenti, che lasciano interdetto.
Ieri sera ho ascoltato, alla TV ma da un'altra stanza, la chiara voce di Bruno Tabacci, che riusciva, con poche parole esatte e con logica chiarezza, ad arrivare dritto al nome che il PD, e non solo il PD, dovrebbero proporre senza aspettare un minuto di più: quello di Romano Prodi.
Ma la chiarezza intelligente, che sa stringere su una scelta, è considerata oggi avventata ed imprudente. Sembra debba vincere ormai la politica ruminata e ambigua, piuttosto che quella propositiva ed esplicita. Perciò anche più onesta.

 da disegni di Emilio Giannelli, g.c. 






Post scriptum, ore 10 del 18/4
Perché non accettare la proposta di Grillo di votare Stefano Rodotà? Se il PD, invece, dà
seguito al rapporto avuto solo con la destra di Berlusconi, compie una scelta suicida, con inevitabili spaccature interne e nel suo elettorato.
Inoltre la figura, pur degna, di Marini non è paragonabile, per il ruolo di Presidente della Repubblica, con quella di Stefano Rodotà. E se il Movimento 5 Stelle accettase anche un'apertura verso Prodi?
Chi, nel PD, vuole salvare Berlusconi ad ogni costo?

martedì 9 aprile 2013

Di tutti i colori



Ormai i giornali, in testa "la Repubblica" e "Il Corriere della sera" (quest'ultimo con la durezza che ci voleva) si sono già occupati delle volgari e omertose parole che Beppe Grillo ha voluto di-vulgare nel suo blog: "Che silenzio c'è su Siena. Da quando David Rossi - usa questo nome senza alcun segno di rispetto - si è buttato (lo hanno buttato?) dalla finestra di un ufficio del MPS dopo una lunga telefonata, sulla città è calata una cappa". E poi: "Qualcuno chiede chi sarà il prossimo, la vox populi senese dà per certo che Rossi non sarà l'ultima vittima".
Basterebbero queste parole per qualificare le sue apodittiche e minacciose affermazioni. Senza un minimo di indignazione civile, ma solo con omertosa strumentalità. Sì, perché il successivo post scriptum è rivelatore della interessata attenzione dell'uomo: "Parteciperemo alle comunali di Siena".
Venga pure a Siena, ma faccia un salto in tribunale: dove qualcuno dovrebbe chiedergli su cosa basa le sue lugubri e minacciose previsioni. Quest'uomo pensa di non dover dare mai spiegazioni su quello che dice o grida.
Venga, e lo faccia senza restare nascosto nel retrobottega della sua politica.


mercoledì 3 aprile 2013

Grazie Presidente!


Questo Blog non chiede mai risposte e/o commenti, ma in questo caso chi vuole aggiungere anche solo il suo nome è il benvenuto.

Studio Associato di Progettazione:
Gianni Barsacchi, Luca Capacci, Tommaso de Sando, Carla Falleroni, Augusto Mazzini, Giovanni Mazzini, Paolo Mazzini, Roberto Salvadori . . .

martedì 2 aprile 2013

Errata corrige

Dal "Sole 24 Ore": gli errori si correggono
C'è molto da correggere. Ma rifare tutto andava bene se lo diceva Gino Bartali (glié tutto da rifare!); se lo dice Beppe Grillo è una sparata demagogica: che molti, però, hanno preso sul serio. Spero che parecchi se ne siano già pentiti. Ma guardando il suo vasto elettorato proviamo a suddividerlo, anche in modo un po' semplicistico.
Lo scontento generalizzato è il terreno di coltura: sul quale, però, hanno fruttificato voti di diversa intonazione, origine e destinazione.
Ora che i neo-eletti sono già nelle due Camere, alcune differenze si cominciano a leggere. Assegnamo pure una maggioranza a quelli che davvero condividono acriticamente l'opaco orizzonte politico di Grillo; ma ci sono, e chiaramente, almeno due possibili differenziazioni, già emergenti o comunque percepibili.
Una parte, più "elitaria", comincia a distinguersi verso sinistra: in genere personaggi o persone di più elaborato e sofferto pensiero politico. Questa tendenza è minoritaria e costituisce quasi certamente la perdita di voti del PD, che si è sviluppata man mano che la campagna elettorale di Bersani non soddisfaceva.
L'altra parte, più cospiqua e più legata ai propri - esistenti o presunti - interessi, fa avvertire il suo possibile ritorno all'ovile di Berlusconi. Non sono i moderati: sono gli opportunisti che, piaccia o no, in Italia sono forse una maggioranza. Per questo il rinvigorito Berlusconi (un autentico miracolo della opedalità Sanraffaellesca) andrebbe volentieri alle urne. Lui sta bene (e ci fa piacere); teme (e giustamente) gli incombenti processi. Ed ha i suoi sondaggisti.
Il Partito Democratico deve correggere subito gli errori commessi nella debole campagna elettorale e, quà e là in deludenti realtà locali.
E rinnovarsi davvero, non solo a parole.