venerdì 23 dicembre 2011

2011/2012



                                                                                
                                                                               

mercoledì 14 dicembre 2011

L'architettura del Paese


Probabilmente è solo una impressione personale dovuta – mi azzardo a credere – al fatto che dal momento in cui, anche a Siena, si è passati al Digitale Terrestre, non vedo più La7.
Sarà puerile, ma senza i telegiornali di Mentana e l’Infedele di Lerner, mi è sopravvenuto un verticale calo di interesse verso le altre fonti di informazione televisiva e, soprattutto, verso le contrapposizioni consuete tra troppi pareri che si vogliono ognuno distinguere.
Una sorta di rottura in pezzi di uno specchio, di una logorante ricerca delle differenze di valutazione. È vero che ci sono i giornali, ma statisticamente pesano meno: anche se alcuni sono ottimi giornali.
Nel bailamme i partiti sembrano non esistere più – alcuni forse non sono mai esistiti – e, di conseguenza, si avverte un vortice di voci preoccupate solo di essere discordi.
Le eccezioni ci sono ma, paradossalmente, sembrano a volte una stanca ripetizione. Penso a Casini, che però, si voglia o no, è fermo nell’appoggiare il governo Monti e tutte le sue decisioni. In effetti la Manovra proposta meritava da subito alcune integrazioni e modifiche nella direzione della equità sociale: che mi immagino difficile, quando il rimedio deve essere di necessità rapidissimo, prima che il paese malato tiri le cuoia. Tutto questo quando siamo – come Italia intendo dire – una delle cosiddette “potenze economiche”. Ma se l’Europa è ancora un nano politico, figuriamoci l’Italia dopo la troppo lunga esposizione alle luminose qualità dei governi Berlusconi.
Lasciamo stare la sinistra, con il PD che è, tutto sommato, coerente nell’aderire all’impegno politico-morale che nasce dal Presidente della Repubblica e dalla presenza di un Governo di persone almeno competenti ed oneste. Ma la cosiddetta sinistra, che non è oggi in Parlamento e che forse non ci sarà mai, si renda conto della supponenza sterile delle sue presunte purezze ideologiche. I sindacati sembra che, tutto sommato, siano costretti a fare il loro mestiere, quasi fino a ricomporsi. Ma fino a quando?
Confesso che, a questo punto, nella durezza delle scelte fatte qualche segno di maggior apertura sociale sia per ora il massimo risultato possibile per potere, poi, ricostruire l’architettura di questo paese.
Vedere Monti ascoltato con attenzione in Europa e Napolitano caro alla gente è già un bel passo in avanti.
Non facciamo gli stupidi: uniamoci con le diversità compatibili.

A.M. 

Il disegno è una composizione variabile di Augusto Mazzini. Diritti riservati

giovedì 1 dicembre 2011

Ovunque tu sia

Un carissimo amico, svegliandosi da un lungo coma, immediatamente presente a se stesso, chiese: "Ma c'è ancora Berlusconi?".
Solo ora gli si potrebbe dire:"Non c'è più: diffondi la notizia".