venerdì 25 febbraio 2011

Esiste oggi un’architettura italiana?

Auditorium Parco della Musica
E’ un problema da porsi? Da quali caratteri si potrebbe riconoscere? Forse dalla misura; da una certa classicità (come una riservata presa di distanza dall'eclettismo di imitazione di ciò che si fa altrove); dalla ricerca di un rapporto con il contesto, o, meglio, dal dovere verso il tessuto di cui forma parte o che contribuisce a generare.

C’è un architetto a cui guardare sempre: Renzo Piano. I suoi edifici hanno un respiro italiano, pur lavorando a scala mondiale: misura, leggerezza, materiali e tecnologia innovativa che mai si fa architettura da sé stessa. 

mercoledì 23 febbraio 2011

Giardino pensile e vigna distrutti per un garage, come mai ?

STATO ATTUALE
  
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COME ERA PRIMA DELL'INTERVENTO
A Siena occorre non realizzare altri parcheggi/garage speculativi entro le mura. Costituiscono un richiamo ad ulteriore traffico veicolare all’interno del centro storico.

I parcheggi sciaguratamente, si stanno invece già facendo in Via Garibaldi e in Via di Camporegio: prevalentemente di natura speculativa. Uno pubblico, perché della Siena Parcheggi, cioè in maggioranza del Comune. E l’altro, privato e privatizzatore, che con le ruspe ha da tempo distrutto un giardino pensile che si affacciava, con uno stupendo pergolato, su un tratto del vecchio muro lungo il quale, da modeste panchine, si poteva godere lo straordinario panorama urbano (vedi foto sotto). Ora quel luogo pubblico è stato di fatto privatizzato, con l’apertura del vano di ingresso al parcheggio sul muro storico. Fino ad oggi non si legge all’esterno nessun cartello che legittimi il lungo lavorio di cantiere ormai quasi alla fine. E già tutta quell’area ambientale, a partire da Via Curtatone, è visualmente privatizzata da estensioni esterne di bar, trattorie e pizzerie.

Lasciamo stare il parcheggio di Via Garibaldi, con ottantasette posti macchina in vendita, che taglierà uno dei pochi marciapiedi davvero pedonali della città. E’ una vicenda lunga e complessa che conosco benissimo, e che varrà la pena di raccontare altrove: in un altro ambito, perché a Siena forse la conoscono tutti e non ne frega niente a nessuno. Ma è una vicenda davvero grave, che forse racconteremo in un altro post.

Per rendersi conto dell’importanza delle vigne a Siena, nel centro storico, ecco un utile link al progetto Senarum Vinea


   due foto del panorama urbano visibile da Via di Camporegio



martedì 22 febbraio 2011

Il grande errore del Regolamento Urbanistico di Siena



Polo Abbadia Renaccio - Dossier Progettuale e Valutativo - ATI n.10
estratto da:
 Allegato 2 al Regolamento Urbanistico: Schede DPV

     Adozione: Del. C.C. n. 131 del 18/05/2010


Come ho sempre sostenuto pubblicamente da almeno cinque anni, e ho anche scritto in una lettera aperta inviata l’estate scorsa al Sindaco e ai Consiglieri comunali (nonché all’ Assessore regionale all’ Urbanistica), il Regolamento Urbanistico in approvazione avvierà un cambiamento distruttivo dello storico rapporto della città col suo territorio. Esso consiste infatti nell’avere sino ad oggi sostanzialmente conservato a Sud l’equilibrio esistente tra città e campagna. A Nord la crescita della città ha trovato motivi e regole nella morfologia dei luoghi, nella presenza di attività e funzioni già urbane, e nella relazione con Firenze e le aree della Provincia più sviluppate; mentre verso Sud, in assenza di forti spinte, e in presenza di una intelligente politica urbanistica, si sono avuti piuttosto accrescimenti dei centri già esistenti, mantenendo così la storica “contrapposizione tra città e campagna”. In questo modo si è come riflessa, a scala urbana, la realtà geografico-politica che da sempre vede Siena spostata verso il confine Nord del suo territorio; non lasciando però a Sud un vuoto di abitanti e di vita come molti sostengono, ma conservando un pieno di qualità ambientale e figurativa. Ciò è rappresentato da insediamenti di grande personalità: basta citare Buonconvento, Montalcino, San Quirico, Pienza, Montepulciano. Tutti centri che, anch’essi, esigono un rispetto del limite tra costruito e campagna. E lo spazio non costruito, per la sua consistenza, ha lo stesso peso dell’edificato; ne potenzia anzi l’unicità del carattere.
Così è per Siena, se il suo Sud non verrà ingombrato da nuovi insediamenti che vengono già, prima di esserci, definiti città: come la Città dell’Arbia prevista, appunto, dal Regolamento Urbanistico. Niente lo giustifica: né la necessità effettiva di costruire case consumando nuovo territorio; né la continuità con la storia urbanistica, anche moderna di Siena. Tutti sanno ormai che il bisogno di costruire dovrà - in Italia e non solo- essere soddisfatto principalmente col recupero, il riuso, e la riqualificazione del già costruito. Grande occasione questa per rilanciare, riqualificandola, l’attività del costruire; e Siena è stata, in tempi non lontani, un esempio: può esserlo anche in questa situazione.
Circa la questione del realizzare a corollario della Città dell’Arbia il nuovo Stadio, mi pare che anche chi lo aveva promosso ne riconosca oggi l’inopportunità: ma solo, o prevalentemente, per motivi economici. Lo spostamento dello Stadio dalla splendida centralità del Rastrello sarebbe oltretutto un altro colpo alla straordinaria vitalità del Centro Storico. Ma è difficile trovare una voce, specie tra politici e amministratori, che colleghi lo Stadio alla Città dell’Arbia, e vada con la mente oltre una valutazione meramente economicistica. E’ troppo semplice dire di no allo Stadio: come mai è difficile dire no alla Città dell’Arbia ?

Augusto Mazzini (intervento pubblicato sul Corriere di Siena, Gennaio 2011)

                                                                          --

Ecco un estratto dalla centoventi (!) pagine del Regolamento Urbanistico adottato e approvato dal Consiglio Comunale, è interamente consultabile sul sito. Qui si tratteggia uno degli interventi  che dovrebbero comporre con gli insediamenti già esistenti (Taverne) la cosiddetta Città dell'Arbia.


lunedì 21 febbraio 2011

" Perché un blog ? "

            Ecco il primo video del blog, doveva essere una prova...

Chi siamo

Siamo architetti, ed io sono il meno giovane, che vogliamo continuare a condividere ed esporre le riflessioni che accompagnano o precedono il nostro lavoro. Utilizzeremo questo spazio per questo, e anche per mostrare  i nostri progetti, quando necessario. Quindi su "architetturepossibili" si parla di città, urbanistica, territorio e società, a partire da Siena, per arrivare fin dove ci sarà qualcuno interessato a leggerci.

Augusto Mazzini

venerdì 18 febbraio 2011

Il centro direzionale Monte dei Paschi di Siena

                                                                                                                                                                                 foto di Bruno Bruchi

Può sembrare, la scelta di questa prima immagine, una ambiziosa presentazione. In realtà si tratta di un progetto che ha coinvolto oltre all'intero studio numerosi e giovani collaboratori che si sono succeduti dall'inizio della progettazione alla scala urbanistica fino ai dettagli della sua costruzione. Quindi una architettura discussa e partecipata. Inoltre, o sopratutto, si tratta di una architettura che ha voluto affrontare unitariamente diversi temi e problemi: dal rapporto con la città storica così a ridosso con le mura, alla razionalizzazione dei movimenti; dal modello insediativo (che appartiene chiaramente alla storia del mat-building), ai materiali usati per contestualizzarne la figura e, contemporaneamente, farne un punto di passaggio e cambiamento. E' un progetto che è stato molto pubblicato ed ha vinto premi, ma ora è interessante capire se, passati quattordici anni ha superato la prova. Peter Smithson diceva che per giudicare una architettura bisognava aspettare almeno venti anni.