mercoledì 28 maggio 2014

Tra amici


Sulla pagina 15 della cronaca nazionale de la Repubblica di ieri, 27 maggio, si incontrava il riquadro pubblicitario sopra riprodotto a dimensione quasi naturale.
Pubblicitario? E' difficile definirlo così: anzi difficile definirlo del tutto.
Intanto, nonostante la dimensione, si poteva non notarlo: a me è successo così.
Forse è il tono dimesso, la grafica vecchio stampo volutamente poco disegnata, il testo spezzettato e perciò tutt'altro che folgorante; e poi l'impasto dai colori spenti della vista crepuscolare del Palazzo Comunale.
Già! Che c'entra questo Palazzo Comunale chiamato a fare da sfondo totalizzante? Sembra più una chiamata di correo, che una esibizione di qualità urbana che dalla storia sembra proiettarsi nel presente e nel futuro. E' scritto piccolo, proprio in fondo, ma il significato vuole essere proprio quello: LA BANCA RICOMINCIA DA QUI.
Il testo a più grandi caratteri tipografici, invece, mette in imbarazzo. L'incipit è di pomposa e storicamente discutibile premessa: NON SI CRESCE PER 542 ANNI... ... Il seguito, cioè la conclusione, si stempera infatti in un linguaggio parlato, quasi familiare: come una confidenza tra due amici che non si vedono da tempo e uno, forse quello un po' malmesso, sembra dire: "HO SUPERATO UN PERIODO UN PO' COMPLICATO"  . . . .

venerdì 16 maggio 2014

Morti vivi



Non so se altri giornali italiani abbiano pubblicato qualcosa di simile, ma la Repubblica di ieri (15 maggio 2014) su due pagine, la 2 e la 3 con anticipazione in prima, ha avuto l'intelligenza e il coraggio di far entrare nella carne e nella mente di chi leggeva lo strazio e il senso profondo delle cosiddette "tragedie del mare".
Non mi riesce ad aggiungere niente a quanto le immagini ci hanno rivelato, immagini che metto abusivamente in testa a queste poche righe. Il racconto (non è un articolo) di Attilio Bolzoni è poi tremendamente vero e completo, anche nel riconoscere i limiti entro i quali si è in genere parlato di queste tragedie dei morti vivi, così come le foto subacquee questa volta invece ci mostrano.
"Ma li avete visti, li avete visti davvero questi morti?" chiede (e si chiede) Bolzoni.
Non aggiungo niente, non ne sarei capace. Ma mentre piango e ripenso a quello che ho visto, letto e capito stanotte, posso dire solo una cosa. Anche coi limiti con cui nella società italiana (gli uomini, le donne, i giovani...) questa e queste vicende vengono percepite, spesso anche nel modo più egoisticamente infame, mi sento di poter dire che l'Italia è comunque un grande paese. E chi in modo e luoghi diversi (Lampedusa...) lavora e soccorre queste migliaia di fuggitivi, onora noi tutti che assistiamo allibiti o indifferenti.
Così l'Italia non ha uguali al mondo: siamone una volta tanto orgogliosi.
E l'Europa?

mercoledì 7 maggio 2014

Vitti'na Crozza



Che Maurizio Crozza sia uno straordinario talento, ora che la televisione ne ha moltiplicato presso il pubblico la conoscenza e l'apprezzamento, non c'è alcun dubbio. Anche con il prezsioso contributo, credo, di co-autori dei testi, è riuscito a moltiplicare i temi, le figure (spesso figuracce), i diversi modi di rappresentarsi, eccetera.
Può anche permettersi di strafare e di ridere mentre fa ridere gli altri. Ha trasformato, con viva soddisfazzione, anche illustri persone in simpatiche e taglienti caricature. E canta benissimo, dotato come è di una splendida voce "baritonale", che però sa piegare ai più esilaranti e ridicoli sproloqui sgrammaticati e caricaturali.
Un esempio per tutti: Razzi, Senatore della Repubblica, che passa da strafalcioni esilaranti ai più torbidi primi piani da intrallazzatore.
Ora saremmo in campagna elettorale, sembra di capire, e anche Crozza non può esimersi dal piegarvi il suo talento. A "Ballarò" apre addirittura lo spettacolo di ormai insostenibili battibecchi, tra persone spesso anche serie. Ma c'è la par condicio che ormai sembra un condito, in cui tutto si rimescola e l'uno vale l'altro.
Sarò forse fazioso, anzi lo sono; ma riducendo le figure simbolo a tre (seguendo i sondaggi elettorali), ecco Berlusconi, Renzi e persino Grillo: ma quest'ultimo forsennato urlatore, quasi sempre volgare, ha un pregio, o un privilegio, è di Genova come Crozza.
Allora la mano di Crozza si fa più levigata, rimanendo lontana da una meritata e caustica rappresentazione del forsennato e irresponsabile comico: anche ricco per giunta. C'era il problema Renzi. Che fare? Ripetere la spiritosa caricatura pinocchiesca già esibita nella sua trasmissione? No, bisogna passare al piano duro della politica.
E allora Crozza entra in campagna elettorale e snocciola tutte le possibili critiche, anche le meno affidabili, contro un Pinocchio tornato politico in carne ed ossa. Una cosa che si nota palpabilmente è che il pubblico, che in genere ormai stravede per Crozza, in queste occasioni elettoralistiche, ride meno.
E si avverte palpabilmente . No, caro Crozza, così non sei più te stesso. Sei caduto nella trappola della par condicio, e anche della genovesità: ma tra un condannato destinato ai servizi televisivi, un comico becero e volgare (ha dato del frocetto a Keynes, morto nel 1946, ancora uno dei punti di riferimento per l'economia contemporanea), e lo svelto fiorentino, c'è ancora una bella differenza. E lo sai!

(repetita iuvant)

lunedì 5 maggio 2014

Auguri



Dopo aver letto, proprio oggi, l'eccessiva e persino controproducente indignazione di Pier Luigi Sacco per la lettera di una diciassettenne, pubblicata sul Sole 24Ore, che lamentava lo stato del Palazzo Pubblico di Siena e del Museo Civico, non mi vergogno di scrivere probabilmente alcune stupidaggini.
Finora, infatti, per età e rispetto del lavoro altrui, non ho mai messo né bocca né idee sulla operazione promozionale della città affinché essa venga eletta Capitale Europea della Cultura: già tra le sei candidate prescelte e quindi con concrete probabilità di successo. Non dirò quindi niente di mio su come è stata impostata e si svolge la campagna elettorale per vincere l'ambita qualifica.
Mi limiterò, senzaltro semplicisticamente, a citare pescando a caso tra le numerose definizioni specialistiche, enunciazioni metodologiche, proposte anche volutamente eccentriche prodotte nel frattempo, anche da persone autocraticamente scelte per indirizzare e dirigere l'operazione. Sperando di poter leggere, non so come e quando, il definitivo dossier di candidatura che il 21 luglio verrà consegnato presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, mi limito quindi a poche espressioni che ho avuto invece modo di leggere.
In un depliant diffuso ampiamente si può infatti leggere, ad esempio:
"Queste le tre tematiche che articolano il contenuto del programma:
Cultura, salute e felicità: stress e depressione si stanno diffondendo nella popolazione. Attraverso una strategia della prevenzione, progetti e iniziative culturali possono alleviare questi disagi e migliorare il benessere psico-fisico dei cittadini.
Cultura e (in)giustizia sociale: ridurre le barriere d'accesso per persone con difficoltà motorie e/o sensoriali, agevolare l'integrazione culturale delle minoranze etniche e combattere la disoccupazione giovanile. Le parole chiave sono accessibilità e inclusione sociale.
Cultura e turismo intelligente: individuare nuove forme di turismo respondabile. Non solo visite superficiali e frettolose ai "luoghi simbolo" ma scambio di esperienze e creazione di relazioni tra individui e comunità culturalmente differenti".
All'interno delle tre tematiche dieci progetti. Ne cito uno solo:
CULTURAL EMERGENCY ROOM. La cultura che fa star bene: un vero e proprio "pronto soccorso" nella Cappella del Manto dove equipes di medici, di artisti e di operatori culturali prescriveranno "ricette culturali" ai cittadini e ai visitatori. Esistono infatti studi scientifici che certificano come la partecipazione alle attività culturali produca effetti terapeutici positivi per molte patologie. L'obiettivo è quello di creare strumenti in grado di aiutare la comunità ad affrontare i disagi tipici di questi anni di crisi sociali. Etc...

Tra gli stretti collaboratori di Sacco, arbiter assoluto, il linguaggio e le parole non cambiano: semmai in peggio, come spesso accade agli epigoni. Su La Nazione di ieri, 4 maggio, ad esempio Carolin Augerbauer così si esprimeva: "Infective roads vuole parlare delle strade che connettono Siena con la provincia e con l'Europa: la connettono anche grazie alle competenze e alle idee delle persone che hanno sempre viaggiato, che lungo queste strade sono arrivate e ripartite. Anche se non è questa l'unica chiave di lettura, nasce intorno alla Francigena giacché tutti i progetti del dossier dovranno essere profondamente legati alla storia di Siena e alla sua narrazione e non riproducibili ovunque". Etc.

In realtà Pier Luigi Sacco l'ho conosciuto: dovevamo lavorae insieme, entro un gruppo ristretto formato dal Ministero degli Esteri, al fine di studiare, sul posto, per poi suggerire "percorsi per lo sviluppo" di fondamentali aree della Tunisia.
Sacco fece un bell'intervento a Roma prima della partenza. Partì invece con noi un suo bravissimo e simpatico assistente. Al ritorno ci ritrovammo, sempre a Roma, e Sacco contribuì da par suo a redigere una proposta di progetto.
Mi dispiace mostrarmi così superficiale. Mi scuserò con un disegno fatto sul posto a Tabarka, città del jazz in cui parlavano molto bene del Siena Jazz, considerandolo il miglior archivio esistente.

2009