lunedì 5 maggio 2014

Auguri



Dopo aver letto, proprio oggi, l'eccessiva e persino controproducente indignazione di Pier Luigi Sacco per la lettera di una diciassettenne, pubblicata sul Sole 24Ore, che lamentava lo stato del Palazzo Pubblico di Siena e del Museo Civico, non mi vergogno di scrivere probabilmente alcune stupidaggini.
Finora, infatti, per età e rispetto del lavoro altrui, non ho mai messo né bocca né idee sulla operazione promozionale della città affinché essa venga eletta Capitale Europea della Cultura: già tra le sei candidate prescelte e quindi con concrete probabilità di successo. Non dirò quindi niente di mio su come è stata impostata e si svolge la campagna elettorale per vincere l'ambita qualifica.
Mi limiterò, senzaltro semplicisticamente, a citare pescando a caso tra le numerose definizioni specialistiche, enunciazioni metodologiche, proposte anche volutamente eccentriche prodotte nel frattempo, anche da persone autocraticamente scelte per indirizzare e dirigere l'operazione. Sperando di poter leggere, non so come e quando, il definitivo dossier di candidatura che il 21 luglio verrà consegnato presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, mi limito quindi a poche espressioni che ho avuto invece modo di leggere.
In un depliant diffuso ampiamente si può infatti leggere, ad esempio:
"Queste le tre tematiche che articolano il contenuto del programma:
Cultura, salute e felicità: stress e depressione si stanno diffondendo nella popolazione. Attraverso una strategia della prevenzione, progetti e iniziative culturali possono alleviare questi disagi e migliorare il benessere psico-fisico dei cittadini.
Cultura e (in)giustizia sociale: ridurre le barriere d'accesso per persone con difficoltà motorie e/o sensoriali, agevolare l'integrazione culturale delle minoranze etniche e combattere la disoccupazione giovanile. Le parole chiave sono accessibilità e inclusione sociale.
Cultura e turismo intelligente: individuare nuove forme di turismo respondabile. Non solo visite superficiali e frettolose ai "luoghi simbolo" ma scambio di esperienze e creazione di relazioni tra individui e comunità culturalmente differenti".
All'interno delle tre tematiche dieci progetti. Ne cito uno solo:
CULTURAL EMERGENCY ROOM. La cultura che fa star bene: un vero e proprio "pronto soccorso" nella Cappella del Manto dove equipes di medici, di artisti e di operatori culturali prescriveranno "ricette culturali" ai cittadini e ai visitatori. Esistono infatti studi scientifici che certificano come la partecipazione alle attività culturali produca effetti terapeutici positivi per molte patologie. L'obiettivo è quello di creare strumenti in grado di aiutare la comunità ad affrontare i disagi tipici di questi anni di crisi sociali. Etc...

Tra gli stretti collaboratori di Sacco, arbiter assoluto, il linguaggio e le parole non cambiano: semmai in peggio, come spesso accade agli epigoni. Su La Nazione di ieri, 4 maggio, ad esempio Carolin Augerbauer così si esprimeva: "Infective roads vuole parlare delle strade che connettono Siena con la provincia e con l'Europa: la connettono anche grazie alle competenze e alle idee delle persone che hanno sempre viaggiato, che lungo queste strade sono arrivate e ripartite. Anche se non è questa l'unica chiave di lettura, nasce intorno alla Francigena giacché tutti i progetti del dossier dovranno essere profondamente legati alla storia di Siena e alla sua narrazione e non riproducibili ovunque". Etc.

In realtà Pier Luigi Sacco l'ho conosciuto: dovevamo lavorae insieme, entro un gruppo ristretto formato dal Ministero degli Esteri, al fine di studiare, sul posto, per poi suggerire "percorsi per lo sviluppo" di fondamentali aree della Tunisia.
Sacco fece un bell'intervento a Roma prima della partenza. Partì invece con noi un suo bravissimo e simpatico assistente. Al ritorno ci ritrovammo, sempre a Roma, e Sacco contribuì da par suo a redigere una proposta di progetto.
Mi dispiace mostrarmi così superficiale. Mi scuserò con un disegno fatto sul posto a Tabarka, città del jazz in cui parlavano molto bene del Siena Jazz, considerandolo il miglior archivio esistente.

2009

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