mercoledì 7 maggio 2014

Vitti'na Crozza



Che Maurizio Crozza sia uno straordinario talento, ora che la televisione ne ha moltiplicato presso il pubblico la conoscenza e l'apprezzamento, non c'è alcun dubbio. Anche con il prezsioso contributo, credo, di co-autori dei testi, è riuscito a moltiplicare i temi, le figure (spesso figuracce), i diversi modi di rappresentarsi, eccetera.
Può anche permettersi di strafare e di ridere mentre fa ridere gli altri. Ha trasformato, con viva soddisfazzione, anche illustri persone in simpatiche e taglienti caricature. E canta benissimo, dotato come è di una splendida voce "baritonale", che però sa piegare ai più esilaranti e ridicoli sproloqui sgrammaticati e caricaturali.
Un esempio per tutti: Razzi, Senatore della Repubblica, che passa da strafalcioni esilaranti ai più torbidi primi piani da intrallazzatore.
Ora saremmo in campagna elettorale, sembra di capire, e anche Crozza non può esimersi dal piegarvi il suo talento. A "Ballarò" apre addirittura lo spettacolo di ormai insostenibili battibecchi, tra persone spesso anche serie. Ma c'è la par condicio che ormai sembra un condito, in cui tutto si rimescola e l'uno vale l'altro.
Sarò forse fazioso, anzi lo sono; ma riducendo le figure simbolo a tre (seguendo i sondaggi elettorali), ecco Berlusconi, Renzi e persino Grillo: ma quest'ultimo forsennato urlatore, quasi sempre volgare, ha un pregio, o un privilegio, è di Genova come Crozza.
Allora la mano di Crozza si fa più levigata, rimanendo lontana da una meritata e caustica rappresentazione del forsennato e irresponsabile comico: anche ricco per giunta. C'era il problema Renzi. Che fare? Ripetere la spiritosa caricatura pinocchiesca già esibita nella sua trasmissione? No, bisogna passare al piano duro della politica.
E allora Crozza entra in campagna elettorale e snocciola tutte le possibili critiche, anche le meno affidabili, contro un Pinocchio tornato politico in carne ed ossa. Una cosa che si nota palpabilmente è che il pubblico, che in genere ormai stravede per Crozza, in queste occasioni elettoralistiche, ride meno.
E si avverte palpabilmente . No, caro Crozza, così non sei più te stesso. Sei caduto nella trappola della par condicio, e anche della genovesità: ma tra un condannato destinato ai servizi televisivi, un comico becero e volgare (ha dato del frocetto a Keynes, morto nel 1946, ancora uno dei punti di riferimento per l'economia contemporanea), e lo svelto fiorentino, c'è ancora una bella differenza. E lo sai!

(repetita iuvant)

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