venerdì 10 febbraio 2012

Un ferita per l'architettura


Nella notte tra il 9 e il 10 febbraio, a Marsiglia, è scoppiato un grave incendio all'interno dell'Unità d'abitazione (Unité d'habitation) progettata e realizzata da le Corbusier tra il 1947 e il 1952.
Per chiunque si sia anche solo avvicinato all'Architettura questo grande edificio ha costituito, nel bene e nel male, un termine di riferimento. Le Corbusier realizzò altre tre unité: a Nantes, a Berlino (la più discutibile) e a Firminy-Vert, completata, questa, dopo la sua morte (1965).
Morì praticamente nuotando a Roquebrune-Cap-Martin, dove alloggiava abitualmente nel suo francescano cabanon. Questo incendio fa pensare alla sua morte: come una cremazione spettacolare nel suo edificio più noto, tra i tanti capolavori che pensò e anche costruì.
Le notizie dell'incendio hanno subito usato il termine "Cité Radieuse", ma è una etichetta che non corrisponde a quell'edificio: "Cité" sarebbe stata un insieme ordinato di edifici di misura conforme, cioè di più Unité; io credo.
Speriamo che i danni non siano irreversibili e che le zampe di elefante dei magnifici pilotis continuino a sostenere quella splendida utopia abitativa.
L'omino che, in una foto del 1973, si vede solitario osservatore dell'Unité di Marsiglia, è l'autore di questa breve nota.



disegno assonometrico con l'unità residenziale tipo


1 commento:

  1. Le Corbusier è un maestro di cui in troppi si sono affrettati a fuggire la paternità. Eppure basta fare un giro a Firminy per capire quanto l'architettura contemporanea sia sua debitrice!
    Questo incendio per molti sarà stato l'ennesima prova della morte del moderno. Per me è invece la prova che quell'edificio è ancora vivo!

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