lunedì 7 gennaio 2013

A scatola chiusa


Esiste ancora un PD (Partito Democratico) senese? Lasciamo stare quello provinciale, affidato ad un simpaticamente evanescente segretario, dal cognome invece altisonante.
Qui si tratta drammaticamente di quello cittadino, diretto - si fa per dire - da un segretario che più segretario non potrebbe essere. Un segretario domestico, si può dire: nel senso del suo stretto rapporto col dominus, piuttosto che con la domus, sembrerebbe.
Non un cameriere, perciò: ma un fedele seguace, piuttosto.
La vicenda in corso delle primarie per la scelta dei candidati PD (un centro sinistra ormai ridotto) a Sindaco di Siena è, a suo modo, chiarificatrice. Regolata, cioè impacchettata in regole, come peggio non si poteva.
Danneggia tutto e tutti: la affidabilità del PD come tale e gli stessi eventuali concorrenti, nessuno escluso. A questo punto si potrebbe già dire tutti esclusi, meno uno.
E' stato sbagliato tutto lo sbagliabile: a partire dalla "tempistica", come si chiama volentieri nel gergo politichese. Cioè aver fissato l'inizio e la fine dell'istruttoria per la presentazione delle candidature con continui ritocchi temporali, tutti incastrati tra le festività; e due magistrali "distrazioni" divenute, di fatto, sottrazioni.
Nel caso di ammanchi nelle aziende, specie quelle pubbliche, i due termini si equivalgono.
Primo: iniziare le procedure - che dovrebbero avere lo scopo di coinvolgere e sondare almeno gli iscritti e i simpatizzanti - senza conoscere con certezza la data delle relative elezioni amministrative. Anche se ci voleva poco a prevedere che sarebbero andate ben oltre le elezioni politiche: quindi, intralciando queste e andando a primavera inoltrata.
Secondo: anche se è una ipotesi, le scadenze e le regole sono subito sembrate essere registrate facendo riferimento ad un'unica candidatura, certo non obbligatoria, ma evidentemente ritenuta la più idonea o naturale.
Da qui tutto il pasticcio che ne è seguito e che, di certo, non accresce il favore di un elettorato senese che anche un segretario domestico doveva aver percepito essere attraversato da molta indecisione, se non addirittura da disaffezione.
Purtroppo, quando i segretari non vanno, non va anche il partito.
Conviene chiudere, per non farla troppo lunga, con le stesse parole del Segretario Comunale PD uscite due giorni fa sulla stampa cittadina.
"Accolgo con grande soddisfazione (l'incipit vorrebbe essere nello stile Napolitano interpretato da Crozza)  la decisione dell'Assemblea dei sostenitori (!) e dei sottoscrittori (!) di Franco Ceccuzzi di dare una parte delle firme a Bruno Valentini, affinché possa correre (sic!) alle Primarie del centro sinistra. E' un gesto di grande responsabilità e correttezza politica".

Con questa uscita ufficiale, si dimetta Segretario: la domus penso non abbia più bisogno di lei.


Disegni di Saul Steinberg

2 commenti:

  1. Sicuro che si deve dimettere , questa sarebbe la correttezza politica tanto sbandierata . Ma che primarie ci vuole un congresso cittadino straordinario da tenersi dopo le elezioni nazionali . Andrea Parodi

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  2. UNA PROPOSTA POLITICAMENTE SENSATA:
    Le elezioni politiche sono la prova più importante per qualsiasi partito o movimento politico, e tutte le sue strutture hanno il compito imprescindibile di dare il maggior apporto possibile per contribuire a vincerle ed a governare il Paese.

    Partendo da questo assunto che spero nessuno voglia contestare anteponendo interessi personali a quelli della coalizione di centro-sinistra:
    - Franco Ceccuzzi ed Alessandro Mugnaioli non fanno concessioni a nessuno, non regalano voti nè firme, non fanno nessun magheggio per agevolare nessun antagonista, e l'ex-Sindaco rimane il solo candidato PD che ha presentato la candidatura, a queste Primarie nate male, nei termini stabiliti dalle regole
    - Bruno Valentini e Fulvio Mancuso la smettono di dire che le firme raccolte per strada valgono più di quelle dell'apparato, e riconoscono che il fatto di essersi svegliati tardi non ha consentito una loro partecipazione alla definizione di regole che avrebbero reso più trasparenti queste Primarie
    - Niccolò Guicciardini e Giulio Carli si ricordano di essere uomini di Partito (con la P maiuscola), e non di parte (con la p minuscola), ed in uno scatto d'orgoglio si riappopriano del ruolo che ricoprono e dicono "queste Primarie vengono annullate; ora il Partito ha bisogno che lavoriamo tuttiu uniti alle prossime elezioni politiche"
    - D'Onofrio e SEL, visto che si sono sempre onestamente espressi per far partecipare più candidati possibili, non avranno nulla in contrario
    - rientreranno i gioco anche i socialisti, arricchendo con la loro partecipazione il confronto su Siena.

    Ed il discorso sulle Primarie a candidato Sindaco, termini e regole di partecipazione incluse, si riprende dopo le politiche.
    Quando si spera che il PD, col contributo di tutti, bersaniani e renziani, ceccuzziani e valentiniani, socialisti e vendoliani, senesi e reggini (reggini non detto a caso), avrà vinto le elezioni e governerà il Paese.

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