lunedì 21 maggio 2012

Una voce autorevole

Oggi le città italiane sono sempre meno vivibili, divise in ghetti per ricchi e per poveri. Per non parlare dello scempio dei nostri porti. È possibile invertire la tendenza?

"È paradossale, ma quando vado in giro per il mondo, da Los Angeles a Seul, tutti citano come modello le città italiane, il nostro stile, il vivere appunto in piazza, in strada. Noi invece negli ultimi anni abbiamo pensato di imitare mediocri modelli stranieri, immaginando d'inseguire chissà quale straordinaria modernità. Sono molte le cose da fare, ma l'errore è pensare solo a grandi opere, utili magari alla politica spettacolo, ma non alla vita di tutti i giorni. Bisognerebbe invece cominciare dal piccolo, dalle piste ciclabili, dai giardini, dai mille minimi interventi per ricucire il tessuto urbano, a partire dalla periferia fino al cuore della città. E naturalmente bandire le automobili dai centri cittadini. Riacquistare insomma uno sguardo più lungo. La politica di questi vent'anni ha inseguito il consenso giorno per giorno, ma alla fine lo sta perdendo tutto insieme. Mi auguro che chi arriverà abbia imparato la lezione".

 Da "La Repubblica". Domenica 20 maggio 2012 in un'intervista di Curzio Maltese a Renzo Piano


Ancora una volta Renzo Piano colpisce nel segno. Con un solo ragionamento che mette insieme ricominciare dalle piccole cose, ricucire il tessuto urbano, bandire le automobili dai centri cittadini, taglia fuori tutto l'armamentario che oggi, e da tempo, in Italia ha ucciso l'Urbanistica e rovinato le città.
Quello che Piano afferma è invece solido, concreto, comprensibile. Senza farsi belli con le penne altrui, è esattamente quello che pochi altri dicono apertamente da tempo, inascoltati. Lo ringraziamo.

Disegno di Augusto Mazzini, 1997

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