martedì 29 maggio 2012

Le parole sono pietre (Carlo Levi)


La banale e fastidiosa ripetizione giornalistica di alcune parole (sempre le stesse) quando c'è un evento (parola anche questa da evitare) di particolare pesantezza, può trasformarsi in certi casi in volgare stravolgimento di ogni misura e, addirittura, in orribile stridore con ciò che sta accadendo davvero.
Oggi su la Repubblica il titolo di testa era (è, purtroppo, fino a domattina): "Scommesse, terremoto nel calcio".
Io ho comprato questo giornale, come faccio da troppo tempo, nel momento in cui il terremoto, quello vero, provocava di nuovo, nelle aree già colpite, morti e nuove distruzioni.
Terremoto, bufera, nel mirino etc. sono scopiazzature di tragica ascendenza. Chi fa i giornali ritrovi la misura: già troppa gente urla invece di ragionare. Temo che l'Italia abbia contratto anche questa malattia: e le cure per ora non ci sono.

A.M.

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