mercoledì 5 ottobre 2011

Un Sacco bbello


Non è affatto sbagliato che Siena aspiri  ad essere nel 2019 Capitale Europea della Cultura.
È bene, anzi, avere questa stimolante ambizione, essendo consapevoli però che il passato non basterà. E Siena è una delle concorrenti italiane, quando tutte le città italiane soffrono, chi più chi meno, di pesanti handicap rispetto alle città Europee, le quali si sono arricchite nel tempo di nuove potenzialità. Vogliamo paragonare il livello di qualità urbana, di organizzazione dei servizi, di arricchimento delle strutture culturali e delle infrastrutture all’altezza dei tempi, che è stato raggiunto da tante città Europee?
L’Italia nel suo insieme, con rarissime eccezioni, è rimasta indietro: e anche la nostra città. Così, mentre magari si mettono già in campo intelligenze esperte e volontà politiche, la capacità concreta del fare è ancora terribilmente scarsa. Lo dimostrano gli aspetti, più volte sottolineati, delle normali funzioni della manutenzione urbana: attualmente sotto lo zero. Non c’è diffusa e ordinata organizzazione, sono sparite esistenti funzioni e relative competenze: la stessa ordinaria manutenzione è assente o episodica. Eppure bisogna che gli ambiziosi progetti ripartano da lì, altrimenti non saranno credibili e perciò falliranno. Non è certo sufficiente aver già individuato per l’ambizioso obiettivo una Direzione di alto livello (Pierluigi Sacco), che ha già formulato una strategia molto netta; la quale, però, in carenza di punti di partenza concreti e rapidi, può rischiare di configurarsi come rassicurante e quindi buona per tutte le occasioni.


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