martedì 27 settembre 2011

La pedonalità demolita


da Gerard Fromanger


Karl Kraus, con la sua personale rivista “Die Fackel”, La fiaccola, si occupò con grande libertà di critica anche di aspetti apparentemente minuti di Vienna: segnalando e dando indicazioni, “giudice” odiato e temuto. Abbassandosi anche al livello di cittadino comune.
Figuriamoci se non lo possiamo fare noi che già lo siamo.
Io, ad esempio, credo di aver proposto, al momento dell’insediamento della nuova Giunta Comunale, un paio di cose da fare subito: tra cui – come segnale rapido e significativo da attuarsi con decisione – la restituzione ai pedoni dei loro spazi ormai ridotti per lo più ad aree o anfratti di sosta per i veicoli. Spesso addirittura autorizzata, comunque tollerata, dalla pubblica amministrazione e dal suo strumento operativo in materia: la Siena Parcheggi, più attenta, sembra, al proprio bilancio aziendale che al pubblico vantaggio. Non solo in termini di uso specifico degli spazi, ma anche di qualità ambientale di aree fondamentali.
Ormai siamo ad un punto in cui la pedonalità  senese, vanto storico della città, è in grave crisi ed è di nuovo necessario, meglio dire indispensabile, un piano integrale ed integrato della mobilità: evitando però di rinviare nel frattempo le possibili immediate azioni.
È per ciò con interesse che ho letto sul tema due conseguenti articoli sul Corriere di Siena: ciò significa che il problema fa parte anche del comune sentire; ma senza troppe illusioni, perché le  persone sono coi pedoni quando sono a piedi, e se lo dimenticano presto quando cavalcano, ad esempio, i cosiddetti motorini. Che cono ormai aggeggi anche costosi, con prolunghe posteriori di grande ingombro.
È con interesse, dicevo, che ho letto sul Corriere di Siena, due articoli, ben fatti, e soprattutto documentati fotograficamente, il 23 e 24 settembre, a firma di Gaia Tancredi e Sara Corti. Da condividere in pieno. Ed era già apparso a riguardo un sintetico e rigoroso intervento di un lettore: sugli attraversamenti urbani fuori norma e pericolosi.
Penso francamente che la Siena Parcheggi sia ormai uno strumento parziale, inadatto e autofagico; forse di quegli organismi da sciogliere (più delle Province) recuperandone, se esistono, le competenze dentro la struttura interna della Civica Amministrazione e, di conseguenza, entro una politica per la città e i cittadini. Andando oltre il cosiddetto Piano di cinque anni fa, del resto mai attuato.
Occorre ora uno studio, con conseguente progetto, della mobilità che tenga insieme la città e il suo più esteso territorio urbano; che preveda infrastrutture e anche mezzi di spostamento di nuova concezione; nuove limitazioni e nuova organizzazione della circolazione di persone e merci; rafforzando morfologicamente la struttura della Siena più grande; ed estendendo subito una sicura e molteplice organizzazione della pedonalità.
Stiamo diventando un paese più povero, rendiamolo più sobrio: meno SUV costosi e motorini; troppi ragazzi e ragazze viziati e uomini maturi al limite della ridicola esibizione.
Siena è già stata capitale europea della pedonalità (1965). Lo può ridiventare, anche se la vedo difficile a causa, soprattutto, della carente cultura della mobilità che è oggi, ormai, solo circolazione diffusa e schizofrenica.

A.M.




"Maledetti Pedoni!!" (2002) di Tommaso de Sando con Paolo Lombardi

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