venerdì 9 settembre 2011

Incredibile gravità



Quando successe mi trovavo in un negozio di elettrodomestici vicino a Poggibonsi e l’immagine della prima Torre che brucia e la seconda che viene colpita dall’altro aereo l’ho vista moltiplicata in decine di televisori esposti nella parete. Poi il crollo, immediato, inarrestabile.

Il primo pensiero: per un aereo di linea è impossibile volare fuori rotta per più di qualche minuto senza che l’Aviazione Militare faccia decollare uno o due caccia per raggiungere l’aereo che non risponde più alle chiamate da terra; ma quel giorno di aerei che avevano staccato il transponder (segno che erano stati dirottati) ce ne erano (forse) quattro e hanno scorrazzato nei cieli degli Stati Uniti indisturbati per più di due ore.
La NORAD, il Centro Coordinamento Difesa Aerea Militare, era evidentemente rimasta inerme mentre gli aerei si schiantavano contro il World Trade Center e i jet rimasero sulla pista di decollo aspettando un ordine che non arrivò mai.

La versione ufficiale vuole che le Torri Gemelle siano crollate per cedimento strutturale dovuto al carburante degli aerei che ha fuso l’acciaio che componeva la struttura.
Un professore di fisica dell’Università dello Utah, Steven E. Jones, ha sempre rifiutato questa versione ed ha affermato che le probabilità che un edificio crolli per via del fuoco e lungo una linea verticale, invece che inclinandosi su un lato, sono una su 400; ma quel giorno a Manhattan questo è successo non per uno, ma per tre edifici: la Torre 1, la Torre 2 e qualche ora più tardi l’edificio n.7. Le probabilità, quindi, che tre edifici crollino esattamente nello stesso modo a distanza di qualche ora l’uno dall’altro sono una su 400 x 400 x 400… e l’edificio n.7 non era neanche stato colpito da un aereo!
Si è da sempre sostenuto che il kerosene contenuto nel serbatoio degli aerei ha fuso la struttura di acciaio degli edifici, ma l’acciaio fonde a 1500° C e solo dopo essere stato esposto per diverse ore a circa 800° C; ma il carburante che brucia raggiunge la temperatura di 900° C al massimo, e ad oggi non esistono altri esempi di edifici in acciaio che, nel giro di un’ora scarsa, crollino per via di un incendio: la temperatura di un incendio non è sufficiente per fondere l’acciaio.

Dopo il crollo, tutta la punta sud di Manhattan sembrava un terreno lunare: la polvere ricopriva ogni cosa. Delle Torri Gemelle non era rimasto niente: non c’era più traccia né di un pilastro (le Torri Gemelle avevano ciascuna 47 pilastri di acciaio nel loro centro), né di blocchi di cemento di grandi dimensioni. Le Torri vennero giù come castelli di carta: caduta la prima carta, cadono tutte.

Se facessimo cadere un metro cubo di cemento da un’altezza di 400 metri (l’altezza delle Torri), il cubo di cemento si schianterebbe al suolo spaccandosi in numerosi pezzi grandi e piccoli, mai polverizzandosi.
Le Torri 1 e 2 (progettate per resistere all’impatto di un Boeing 707 a pieno carico, vale la pena ricordarlo) hanno impiegato 10 secondi per crollare per 110 piani di edificio, vale a dire più di 10 piani al secondo. Considerando che la gravità agisce a circa 10 metri al secondo, avrebbero dovuto impiegare almeno 40 secondi per collassare (e stiamo parlando di caduta libera, senza l’attrito dei solai che cadono l’uno sull’altro). Le Torri Gemelle, quindi, sono crollate più velocemente di un qualsiasi oggetto in caduta libera da un’altezza di 400 metri! Più veloce della gravità!

Tutti questi particolari, il crollo (o l’implosione), lo sgretolamento e l’incredibile velocità nel collassare sono caratteristiche tipiche delle demolizioni controllate, cioè quelle demolizioni ad alto tasso spettacolare che vengono effettuate quando un edificio non serve più. In quel caso vengono posizionate delle cariche esplosive direttamente sui pilastri. Un ulteriore particolare a favore di questa tesi è che nelle successive sei settimane dall’attentato, nelle fondamenta delle tre Torri, continuavano a bruciare pozzi di acciaio fuso; come nelle demolizioni controllate.

Non è facile per nessuno accettare queste possibilità, ma senza dubbio molti indizi ci portano verso quella direzione e ci rendono difficile pensare che i crolli delle Torri siano solo il frutto degli impatti e degli incendi.
A 10 anni di distanza quelle immagini le conosciamo a memoria, con i crolli: quasi in contemporanea, praticamente perfetti, identici. Perciò forse impossibili.
Poi la nuvola di fumo che inghiotte ogni cosa. Poi il silenzio. Ad oggi 10 anni di silenzio.
Nessuno ha mai dato spiegazioni compiutamente attendibili su quanto accaduto quel giorno, anche se quelle immagini ci sono state proposte fino allo sfinimento e alla assuefazione.

Tommaso de Sando

Questo testo rappresenta una personale lettura degli eventi, anche se oggi risulta autorevolmente confermata, almeno per i gravi dubbi mai chiariti.


Fonti:

       William Blake: Isaac Newton                                                            Edoardo Paolozzi: Isaac Newton, la scultura è di fronte
                                                                                                               all'ingresso della British Library di Londra

Nessun commento:

Posta un commento