lunedì 24 giugno 2013

Idem con patate


Due pagine su Repubblica, con l'inizio in prima: "Il Governo scarica la Idem, dimissioni a un passo - parte l'inchiesta, sopralluogo dei vigili nella casa-palestra". Finalmente! In Italia si comincia a fare sul serio.
Nelle pagine interne si leggono autorevoli pareri. Paradossalmente condivido quello di Renato Brunetta (sic!), convinto che la Idem non si debba dimettere; mentre non condivido quello di Enrico Rossi, Presidente PD della Regione Toscana.
Come si vede la politica c'entra di straforo: si tratta di opinioni personali: come è giusto per un caso personale; che Josefa Idem ha affrontato personalmente dicendo poche e semplici cose in una apposita conferenza stampa. Nessuno sembra mettere in dubbio la sua onestà, ma quello che conta sono i principi. Se così fosse metà del Parlamento rischierebbe di doversi dimettere. "Il suo è un peccato veniale, ma cozza con l'immagine di paladina integerrima della morale e dell'etica". Così si esprime l'intransigente Daniela Santanché. "E' un'arrogante (senti chi lo dice), se ne deve andare". E poi: "Nessuna indulgenza, e quel Ministero spetta a noi".
Viva l'Italia!
Dario Ginefra, deputato PD, aggiunge: "Dovrebbe valutare seriamente l'ipotesi di togliere il Governo Letta dall'imbarazzo di dover scegliere per lei". Fine considerazione politico-etica!
Io personalmente (per quello che vale la mia opinione) ho quasi voglia di vomitare: Queste affermazioni di tracotante intransigenza mi pesano come patate non digerite nello stomaco. Chi ha visto la Idem nella penosa conferenza stampa avrà notato, con vergogna, l'impaccio della grande atleta dipinto sul volto: quello di una persona onesta. Ma questo evidentemente non basta: è una specie di gogna che fa sentire gli altri, migliori di quanto non siano in realtà.

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