martedì 14 maggio 2013

Pattabi Ganapathi Raman



Domenica 12 maggio è morto un amico caro, che a Siena aveva altri amici: Carlo Nepi e Fabrizio Mezzedimi, oltre ai miei figli Giovanni e Paolo.
Pattabi G. Raman era architetto, nato in India e lì laureato a Madras. Ma è vissuto e ha insegnato in paesi molto diversi: Edinburgh prima di tutto, poi in Turchia e, da dieci anni, in Sud Africa: Johannesburg, Bloemfontein e da ultimo Cape Town. Ma è morto a Torino, la città di sua moglie e poi, purtroppo o meno male, il luogo dove la sua malattia è potuta terminare senza inutili sofferenze.
Sotto lo sguardo di Anna e Raju, il figlio medico.
Ma il nostro primo incontro era avvenuto sulla carta, per me e Carlo Nepi: sul n. 7 di Spazio e Società, la bellissima rivista di Giancarlo De Carlo. E avvertimmo subito un filo di comprensione e amicizia che è durato fino ad ora. Conosceva le nostre architetture e ne aveva parlato su una rivista edita a Singapore.
Sempre distanti - era soprattutto lui a muoversi - ma sempre vicini.
Nella sua bella casa di Edimburgo, in Eildon Street, avevamo soggiornato con i Mezzedimi, avendo di fronte, attraverso luminosi bow-window, la silhouette del Royal Mail con in cima il castello. C'era un po' di Siena in quel profilo. Si era già spenta la mentale partita a ping pong su Spazio e Società, anch'essa, la rivista, finita prima del tempo: ma sempre amici a distanza, lungo un filo tenace di amicizia e di idee. Era stato a Siena poco tempo fa, già malato. Un po' prima era venuto con i suoi studenti, interessato alle nostre architetture italiane e toscane, che progettava di portare in Sud Africa (What Tuscan architects are doing today).

Una foto recente di Raman

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