mercoledì 20 febbraio 2013

Mistero buffo


Ieri sera, 19 febbraio, al grande raduno dei grillini, in Piazza del Duomo a Milano, è apparso (non per miracolo) Dario Fo. Infatti, quando si è presentato ha detto, piano, che l'aveva chiamato... (signorilmente: cioè accennando soltanto con lo sguardo verso l'amico Grillo).
Di fronte a quella folla, già scaldata dal grido dell'ex comico verso l'intera politica italiana: "Siete circondati: arrendetevi!", "Tutti a casa!" gli fa subito eco la massa. E Dario Fo li sprona: "Non mollate, per favore!".
Quel non mollate è un classico incitamento partigiano a resistere al Fascismo. Per Dario, forse, una assonanza dolorosa, anche se, subito, accenna alla grande festa che a guerra finita aveva già riempito la Piazza del Duomo di Milano.
Dario, infatti, quasi sussurra: "Mi sembra di esser tornato indietro di molti anni; alla fine della guerra."
Giusto quando aveva già avuto il coraggio, lui giovanissimo, di levarsi di testa il basco delle brigate nere: rimanendo però legato - come si è visto poi - ad una concezione estremista della politica, se la si vuole chiamare così.

Il Quarto Stato dipinto da Dario Fo

Post Scriptum doveroso.
Sostenere Grillo è lecito ma contemporaneamente criticabile. La storia di Dario Fo è meno schematica di quella che ho tracciato, ma l'ammirazione per l'artista non vieta il giudizio politico. Ed è da non dimenticare mai la vergognosa violenza che Franca Rame subì nel 1973 da delinquenti di estrema destra, che la Giustizia non ha saputo punire.
Anche per questo meglio tenersi lontani da incitamenti come "tutti a casa", "arrendetevi" etc.


Post, post...
Da L'Unità del 21 febbraio 2013

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