lunedì 11 febbraio 2013

Come niente fosse


È inutile, da parte del PD senese (e anche quello nazionale) ripetere che la decisione di affidare MPS a Viola e Profumo è stata una scelta di Ceccuzzi, allora ancora Sindaco di Siena. Senz’altro si sarà dichiarato d’accordo, credo, ma la decisione è partita da Roma e da chi tale indicazione competeva: la Banca d’Italia. Oggi poi sappiamo, con certezza, da Mario Draghi che lui stesso aveva firmato le due ispezioni che hanno costituito la premessa della successiva decisione. Male ha fatto il PD – anche quello nazionale – ad affermare che “il Sindaco di Siena etc.”. Un’autodifesa che non serve a niente ed è addirittura controproducente, perché può rivelare, inopportunamente, un senso di colpa.
Su l’Unità del 7 febbraio si scrive che, per questo, "il voto di fine mese (le politiche ndr) è visto come propedeutico a quello amministrativo di fine maggio”. Giulio Carli, segretario comunale del PD, afferma di conseguenza, nello stesso articolo, che il vero “obiettivo è rendere impresentabile il PD in vista del 27 maggio”.
E cioè che “vari pezzi democratici nemici di Ceccuzzi punterebbero a far perdere i voti al PD alle politiche per poi presentargli il conto”. Si trattasse dei cosiddetti monaciani, passi. Ma accusare tutti quelli – e sono tanti, cioè più di quelli che hanno votato alle primarie – che di fatto sono stati esclusi dalla partecipazione alle regolari primarie, è vergognoso: oltre che falso. Le primarie per le amministrative si sono tenute nella morsa di regole costituite appositamente per consentire una vittoria sicura a chi poi l’ha vinte.
Tagliando fuori democratici iscritti e fedeli (e che magari avrebbero anche votato Ceccuzzi) di cui invece oggi c’è bisogno per recuperare consenso alle elezioni politiche ormai alle porte.
Chi ha voluto intralciare questa campagna elettorale anticipando insensatamente (ma con uno scopo ben preciso) le primarie per le amministrative?
Se io, personalmente, ho chiesto in assemblea e sul mio blog (architetturepossibili.blogspot.com), le dimissioni almeno del segretario comunale del PD senese, c’era e c’è, evidentemente, un motivo politico.
E ora, per ora, tutti uniti!

Augusto Mazzini


PS. Vedi l'articolo su La Repubblica - Firenze, pagina II di oggi, lunedì 11 febbraio; sotto il titolo "Siena, il peso del Monte sul futuro Sindaco"

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