martedì 31 luglio 2012

Dentro l'accumulo


Da una Polaroid della fine del XX secolo

Per chi fa il nostro mestiere, ma anche facendone altri, il buttare via è oggi una specie di lavoro dis-continuo. Fa parte anzi del lavoro se si vuole sopravvivere. Buttare via il tempo, ma la carta e i suoi "derivati" soprattutto. E' vero che con l'uso dei computer sono cambiati i tempi del lavoro, il modo di archiviare e di trasmettere, di elaborare (spesso abusandone) e scrivere etc.; ma il cartaceo si accumula lo stesso: in partenza, in arrivo e ritorno, soprattutto stratificandosi. Il cartaceo è un neologismo, dal sapore geologico, che vorrebbe dare per morto e obsoleto l'uso della carta. Ma se il Cartaceo, con la maiuscola, cresce o ricresce, e si ingigantisce, ha vita sempre più lunga, si affeziona ai luoghi e i luoghi a lui. L'assonanza con Cetaceo, poi, per mole e permanenza in vita, ha quasi un senso. Persino il cartaceo diviene, col tempo e con l'accumulo, degno di rispetto e conservazione; disfarsene e accumulare pareggiano, come minimo.
La burocrazia on line, al contrario di quello che si penserebbe, contribuisce enormemente alla crescita del cartaceo, grazie all'aiuto di regole e norme che ne richiedono la permanenza in vita e l'insopprimibile capacità testimoniale.
Ma i giovani, i più giovani? Se già lavorano, molti si accontentano degli stitici prodotti virtuali, e lì si ferma, in genere, anche la loro creatività. Se però incrociano il cartaceo, cioè l'uso dei supporti cartacei del loro agire, allora è fatta: sono dei nostri.
Per fortuna, o per capacità, l'accumulo, infatti, contiene, a volte, idee e spunti di creatività: vi ricordate lo studio di Alberto Giacometti? O di Francis Bacon?
E' da pensare anche che i giovani siano stati predisposti all'accumulo, più di quanto lo siano state le generazioni più vecchie. La produzione di oggetti di ogni tipo per i bambini e i ragazzi, anche in tempo di crisi, è enorme rispetto a quella a cui erano stati abituati i loro genitori; per non dire dei nonni. Avete presenti le loro "camerette" man mano che crescono? E' lì che comincia la tendenza all'accumulo (per chi può ovviamente), per svilupparsi, dopo, in una vera e propria stratificazione di cose diverse: direi di tutto l'accumulabile.
E questo è un male? Non lo è, almeno del tutto, se l'accumulo contiene dentro la stratificazione possibili spunti di creatività, di passione e anche di maniacalità.
Ma la risposta la può dare solo la vita che faranno, se avranno qualcosa da fare.

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