lunedì 4 giugno 2012

Che ciazzecca?


Dopo Bossi e i suoi (ex, presumo) celodurismi e le puliture di culo col tricolore ecc; dopo Beppe Grillo e le sue palate di guano per palati foderati di lamiera, mancava il Terzo uomo.
Ora ce l'abbiamo. Pur facendo le dovute distinzioni, si può mettere in squadra, come il classico giocatore da ultimi 10 minuti, Antonio Di Pietro.
Come attraversa sorridente lo spazio di sicurezza vuoto davanti a Montecitorio per fermarsi a parlare a telecamere e microfoni senza preservativo! Un uomo nato e cresciuto dentro le Istituzioni (polizia, magistratura, parlamento) pensa forse di avere mano libera in uno spazio-spazzatura lasciato ancora vuoto dagli altri di cui sopra?
Eppure è, con il suo partito, nelle giunte comunali e provinciali e nei governi regionali; ma la correttezza istituzionale - quella vera - sembra stargli stretta al collo, come una camicia una misura sotto, o un collo una misura sopra. Taurino, si direbbe.
Così tratta da pari a pari con il Presidente della Repubblica; con Giorgio Napolitano, cioè una delle pochissime risorse di civiltà rimaste a questo sfortunato paese, pur ricco di tanta gente perbene o, accontentiamoci, almeno educata.
Ma la sua scorza appare permeata di demagogia, che ora sta affiorando, come un retrogusto delle sue precedenti esperienze istituzionali. Una sorta di pre-potenza che è insita, a volte necessaria, nel poliziotto; e di pre-sunzione (prae-sumere) da ex magistrato.
Così ha urlato allo spreco per la minimalista celebrazione del 2 giugno (nascita della Repubblica Italiana!): la Repubblica è già morta, per lui?
E a Napolitano, che gli risponde: "Di Pietro non sa cosa dice", replica da pari a dispari: "Napolitano non sa cosa fa".

1 commento:

  1. Caro architetto, rispetto per il ruolo che ricopre Napolitano, ma non dimentichiamo che fu tra quelli che esultarono quando i carrarmati sovietici invasero l'Ungheria..R.F

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