venerdì 11 novembre 2011

Uomini e topi

I livelli della politica e dei "politici" (meglio usare le virgolette per comprenderci anche quelli che dovrebbero fare altro - o niente che è anche meglio), i livelli dicevo, sono così tanti, e marcati, che sarebbe meglio parlare di dislivelli.
La crisi in atto, economica per tutti i paesi, anche politica per alcuni, è per l'Italia più grave quella politica perché concausa determinante di quella economica. Si leggono, infatti, nei comportamenti politici, differenze non tanto di schieramento, che sarebbe normale, quanto di qualità, spessore, competenza, equilibrio, onestà, dignità, senso civile e il loro contrario; si va da un estremo all'altro: fenomeno reso possibile dai meccanismi elettorali che hanno scaraventato in parlamento persone di ogni tipo non scelte dagli elettori, ma indicati dai partiti: chi più chi meno, ma nessuno escluso.
Nella massa dei parlamentari, ormai anche eccessiva, sembra avere prevalso la  cattiva merce; e dispiace per le persone di valore, che pure ci sono.
Senza ri-dire male le cose che altri hanno già detto, e stanno ancora dicendo, è meglio limitarsi a fare esempi diversamente significativi, limitandosi al centro sinistra e la sinistra in generale.
Primo: l'insopprimibile volontà di alcuni ex leader di rimanere sulla scena, trovando pretesti per distinguersi, specie nei momenti difficili, solo per rimanere visibili. O leader di partiti minori che perdendo di vista la priorità assoluta - la salvezza del paese - preferirebbero le elezioni subito per crescere di qualche punto, ormai fuori tempo massimo però.
Secondo: il ricomparire, come da pertugi che si aprono solo quando c'è odore di elezioni, di figure fuori gioco (cioè fuori dal Parlamento) che rappresentano poco più che se stessi, considerando la loro coerenza sul nulla una medicina da riproporre. Meglio non fare nomi, ma uno si può: tale Rizzo, che ricompare nei momenti inopportuni con la sua poco credibile fedeltà a non si sa bene che cosa.
Terzo: il Presidente della Repubblica, che in questo dramma  è stato ed è l'unico capace di rappresentare  l'Italia nei fondamentali rapporti internazionali.
Scalfari, severo interprete della realtà del paese, lo ha definito, per la nomina di Mario Monti a Senatore a vita, un "genio della politica". E Scalfari non è normalmente generoso verso gli altri, specchiandosi spesso su sé stesso.
Augias, più attento alla perfetta forma dell'atto con cui Napolitano ha riempito  il suo posto vacante tra i Senatori a vita, ha definito l'operazione della nomina di Monti "un ricamo".
Ed è con questo atto che forse ce la caveremo.
Spesso la complessità si schiarisce con atti apparentemente semplici.

A.M.


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