mercoledì 25 maggio 2011

Il tramonto dell'urbanistica





Oltre il generale problema di una carenza di risorse finanziarie da indirizzare verso città è ambiente, diverse sono le situazioni da cui le città toscane, e oggi anche Siena, devono trarsi fuori con rapidità. La prima è quella di una normativa urbanistica regionale che, senza di fatto controllare niente, impone procedure e sottospecie di livelli di progettazione urbanistica che conducono, attraverso un linguaggio fatto di sigle e sempre più intricato, alla perdita di qualsiasi spazio per la progettualità. Cioè la ricerca di far corrispondere a un disegno più generale ciò che si sta facendo. I Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale, potrebbero costituire un punto di incontro delle due scale: regionale e comunale. E in molti casi quasi sostituendo gli stessi Piani Strutturali.


Un’altra situazione, che vale in primo luogo per Siena, è la necessità di uscire da un Regolamento Urbanistico in cui è appena entrata. Credo sia giusto farlo rapidamente, e, perciò, gli aspetti amministrativi e legali dovrebbero essere presto individuati e risolti. Contemporaneamente – è quasi la stessa cosa- occorre liberare i comportamenti, i procedimenti burocratici dell’apparato tecnico comunale, oggi calibrati sul dovuto ossequio verso ogni norma - anche la più deleteria- che sia in vigore. Sembra necessario quindi che un nuovo contenuto di regole e leggi sia alimentato il più possibile dalla capacità di leggere città e territorio secondo un disegno ed una attitudine progettuale che guidino l’azione comunale: altrimenti magari non più sorda, ma sicuramente ancora cieca.



A.M.

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