giovedì 3 marzo 2011

Vi siete accorti di questa frana?

foto della valle sotto San Domenico 3/3/11

un link ad una foto antecedente  

Anche a Siena l'abbattimento degli alberi è regolamentato da precise normative come indica il Regolamento Edilizio di seguito riportato:

6.3       La richiesta di  abbattimento di alberi non connessa ad attività agricolo-forestale è comunque assoggettata ad autorizzazione comunale.
6.4       La richiesta di  abbattimento di alberi connessa ad attività agricolo-forestale è assoggettata alle procedure previste dalla Legge n° 365 del 11/12/2000.

Può dunque capitare che per l'abbattimento di un albero il cittadino si trovi ad intraprendere la strada del cosiddetto "iter burocratico". Superato l'impatto con i procedimenti con cui ordinariamente in Italia si opera nell'edilizia  (normative a matrioska, modulistica, sigle, e rincorsa alle risposte) si dovrebbe riuscire a giungere alla solita saggia considerazione che nonostante l'eccesso di norme queste costituiscano un bene per la tutela di un patrimonio collettivo. Infatti un albero, anche se nasce e cresce in un giardino privato, incide necessariamente sullo spazio pubblico, perché può fare parte di un paesaggio comune. Sagoma della chioma, altezza, colore, tipo di foglie (che possono cadere al suolo e quindi richiedono manutenzione), l'ombra che un albero genera, il profumo, costituiscono un punto di riferimento nell'immagine del paesaggio urbano in cui ci muoviamo e viviamo, e di cui “il verde” forma parte mutevole con le stagioni. Quando poi forma parte di una memoria comune può costituire un patrimonio pubblico a tutti gli effetti. Per questo è necessaria una giusta tutela, e per questo il difficile confronto con la normativa viene accettato anche da chi, per sue ragioni, deve abbattere un albero in giardino.

Allo stesso cittadino può capitare di camminare per strada e trovarsi per un istante smarrito: che succede in Piazza Matteotti? Qualcosa è cambiato. Lo sguardo si muove indeciso a cercare un riferimento noto su cui fermarsi, non ci si ricorda bene cosa fosse, ma manca qualcosa. Il filare di alti pini è stato tagliato di netto alla base, e fisicamente si percepisce questa mancanza. Così è successo in Viale Mazzini, dove i Pini degli anni '30 del secolo scorso sono stati sostituiti, con motivata decisione, da nuove essenze. Così l'architettura dello spazio non costruito, ma comune, cambia improvvisamente, si supera l'impatto iniziale, e la città avanza con paesaggi che sedimentano in nuovi paesaggi.

Questo è quello che più o meno è successo anche nella valle sotto San Domenico (vedi foto), tra l'affaccio da San Prospero, la sponda del Rastrello con il Viale dei Mille che porta in città, e la costa sotto San Domenico, sotto i locali del prestigioso Istituto d'Arte Duccio di Buoninsegna. Tutte le alberature che in questa valle sono state lasciate per anni pressoché senza cura, si erano arricchite di un sottobosco folto, e di una bella e selvaggia massa di chiome uniforme e compatta. Improvvisamente, da circa un anno, tutto è stato rapato a zero, e si spera che ciò sia avvenuto per una motivazione biologica sensata (specie invasive, alberi malati). E' probabile anche che la decisione sia stata presa per evitare costi di manutenzione necessari per un corretto mantenimento. E' anche probabile che la legna ricavata abbia contribuito ad abbassare il costo dell'abbattimento. Tutte motivazioni in qualche modo comprensibili, ma, di fatto, la valle si è trovata glabra, esposta alla pioggia ed al dilavamento, privata delle chiome e della conseguente  protezione per il terreno.
A circa un anno di distanza il terreno è franato. Mi pare che a Siena se ne sia parlato poco nonostante che quella valle, con le mura sul fondo, gli orti, e le alberature, sia parte integrante della città, e costituisca da San Prospero, con i possenti volumi della chiesa di San Domenico, una delle immagini urbane più belle per chi approda in città dalla zona della fortezza medicea, cioé da Nord.
Il carattere urbano della città trova significato proprio in contrapposizione alla campagna che dalle valli risale fino alle mura, anche questo è dunque Patrimonio dell' Umanità. E frana.

Andrea Matteini

uno zoom sulla frana con le mura sullo sfondo 3/3/11

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