lunedì 3 novembre 2014

La città chiusa

Foto di Federico Pacini

Fino a oggi, 3 novembre, la stagione è per ora meglio di quanto avrebbe dovuto esserlo per contratto metereologico. Ma si riaffacciano già nuvole nere sul cielo di questo annichilita città.
Ieri sera è apparsa su Report una corposa anticipazione della "indagine" che di nuovo avrà come obbiettivo le vicende della banca senese (?), e anche personali tragedie.
Milena Gabanelli, la perentoria autrice televisiva, ha con sicurezza usato addirittura la parola omicidio per la morte di David Rossi. Di cui, con un colpo di buon gusto, si è fatta vedere, credo per la prima volta, l'immagine dall'alto del corpo annichilito sulle pietre del vicolo sottostante la sua finestra.
Bel reportage! Quale il costo dell'immagine?
Tra i volti che si sono affacciati sullo schermo, due mi sono sembrati particolarmente significativi. Quello della moglie tristemente accusatorio, e quello di Pier Luigi Piccini con la barba sempre più lunga e grigia come la sua vicenda politica.
A Siena non mancava che questo per sprofondare ancora di più nel suo stato, più o meno consapevole, di attonita attesa di tutto e di niente.
Negozi che se aprono, è per chiudere poco dopo. Turismo per ora affollato ma in generale estraneo alla città: più svagato che attento.
Popolazione indecifrabile, silenziosa o rumorosamente al cellulare.
In certe ore quasi soltanto anziani con bastone e anziane con badante.
Studenti di varie origini e incerta destinazione. Negozi "supplenti" che vendono di tutto e di niente.
Qualche festa generosa ma inutile che non riappiccica nulla. E così via.
La città è spesso tangibilmente triste, specie quando sfoga la sua voglia di esserci.
Ma basta con queste vuote e ambiziose parole.
Ci sono intelligenze in Siena, senesi e non, che devono collegarsi tra loro; che cerchino cosa li può unire; che parlino a voce alta.
I mugugni hanno la stessa matrice del vomito.

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