mercoledì 20 marzo 2013

Recupero a costo zero?

Il complesso residenziale a Torre Fiorentina, lungo la via B. Tolomei, ha ormai quasi quarant'anni. E ora li dimostra tutti.
Risulterebbe essere ancora complessivamente di proprietà pubblica, ma con gestioni differenziate che possono rendere complicati gli interventi ormai non rinviabili.
Il complesso comprende, oltre che le residenze, attività pubbliche o di pubblico interesse. Come ancora si vede, è strutturato in modo da formare un nucleo di forte carattere urbano: con percorsi pedonali interni e autonomi rispetto alla viabilità esterna, e con spazi pedonali ampi e aree di parcheggio interne.
Ha tuttavia subito nel tempo diverse modifiche che, apparentemente innocue, hanno in realtà alterato la originaria qualità: degli spazi di uso pubblico soprattutto.
La prima alterazione - la più innocente - fu subito la eliminazione dei colori nelle pareti esterne dei vani ascensori. La sera, con le luci accese, sarebbero apparsi tre colori diversi per ognuno degli edifici alti: rosso, giallo, verde.
Alcune alterazioni sono state invece anche stupide: ad esempio il riempimento con terra di una piccola area rotonda, entro e attorno alla quale si poteva sedere, eccetera.
Cosa assai più grave è però non aver mai svolto una regolare manutenzione, specie degli esterni. Così si mantiene una pubblica proprietà e un importante luogo urbano?
Ora che il degrado è al limite, si rende necessario addirittura un vero e proprio restauro.
Il complesso architettonico è stato più volte pubblicato. Finché, nel 2011 (nello studio promosso da: Ministero per i Beni Artistici e Attività Culturali; Regione Toscana, Giunta Regionale; Fondazione Giovanni Michelucci onlus) il complesso è stato inserito tra le "opere di rilevante interesse storico artistico". (L'architettura in Toscana dal 1945 ad oggi, Alinea editrice). Secondo la mia opinione si tratta ormai di operare un vero e proprio recupero urbano, dando continuità al percorso pedonale interno rimasto da sempre, nel tratto a sbalzo, chiuso verso l'adiacente complesso scolastico, ormai quasi demolito. Eppure, con un nuovo riuso di quest'area, il complesso potrebbe assumere, finalemente, in modo più completo il ruolo e la fisionomia di "centro del quartiere".
L'obbiezione facile sarà che, di questi tempi, non ci sono i mezzi per fare un'operazione così impegnativa.
Si può rispondere subito con due osservazioni. Primo: il recupero deve essere progettato e programmato con intelligente misura e tempistica; perciò con una conduzione rigorosa e trasparente tesa a produrre anche lavoro socialmente utile.
Secondo: il completamento del "centro di quartiere" con il riuso dell'area della scuola in demolizione può essere effettuato mantenendo in quell'area attività di pubblico interesse e ricavandone, con la cessione, i mezzi economici per compiere il restauro del complesso esistente.
In sintesi il recupero del "centro di quartiere" può avvenire a costo zero.
E' con operazioni simili che si misurerà la capacità di operare sull'esistente e, allo stesso tempo, la reale efficienza della pubblica amministrazione.

 
 

Foto: Augusto Mazzini in cantiere (1973); 1. Guida all'architettura moderna. Italia, gli ultimi 30 anni, Zanichelli 1988; 2. L'architettura in Toscana dal 1945 ad oggi, Alinea editrice, Firenze 2011

Foto di Luca Capacci, marzo 2013

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