mercoledì 20 aprile 2011

AD DELICIAS VERTIT (Pietro Leopoldo,Granduca)



La Fortezza Medicea è uno dei luoghi più straordinari della città. Già forte della sua forma e ricca della più bella passeggiata su Siena, è ancora aperta a ulteriori potenzialità. Solo il piazzale interno non è mai stato all’altezza del resto. La Fortezza è un punto di cerniera dell’intero organismo urbano. Perciò, quando si è pensato seriamente a dove realizzare un Centro Culturale con Auditorium, è stata significativamente indicata come il posto giusto: tra antico e nuovo.

Ma la sua alta qualità richiede solo progetti ambiziosi. Non “faraonici”, come si dice da sempre, e di nuovo oggi. Per ignoranza, suppongo, perché la qualità non ha niente a che vedere con lo spreco o lo “sfarzo”, ultima impropria parola che viene ora ad aggiungersi; ma riguarda la coerenza di un’idea leggibile nel mondo: la Fortezza come centro della musica e dello svago ( delicias? ). Allora non consideriamola un contenitore, cioè un luogo in cui quasi tutto si può fare: anche “le fiere leggere".

Chiunque sia consapevole di chi sia stato, e sia storicamente, Alvar Aalto non può che rimpiangere l’occasione fatta perdere a Siena; e qualcuno, se è ancora vivo, vergognarsene. Perciò le rassicurazioni che, se si farà qualcosa, sarà “senza sfarzo” sono preoccupanti. Che centra lo sfarzo?
I progetti sono costosi quando sono sovradimensionati e sbagliati, quando l’ambizione di chi li promuove vola bassa, quando non si capisce che devono potersi rivolgere al mondo; e non alle consuete aspettative provinciali, né alla finta saggezza di chi - non mettendoci una lira di suo - pensa solo che debbano costare poco. La politica e l’amministrazione devono invece essere ambiziose e all’altezza di poter capire che il valore di un progetto e della sua realizzazione si basa e si misura su una severa ricerca della massima qualità.

Se il progetto di Aalto fosse stato realizzato avrebbe ripagato cento volte la città dei soldi investiti.
Personalmente è noto che il grande architetto, tra i massimi del XX secolo, non ricevette nemmeno una lira.
E ciò si legge, con una certa vergogna – e con disprezzo per chi affossò l’operazione- tra le pagine di un bellissimo libro a lui dedicato, con il titolo esplicito Drawn on sand (Disegnati sulla sabbia); Helsinki, 2002.

Intanto a Bologna Claudio Abbado e Renzo Piano presentano il nuovo auditorium, vedi galleria di immagini.

Nessun commento:

Posta un commento