giovedì 2 aprile 2015

Il Santa Maria della Scala e la contemporaneità

Pontormo e Bill Viola a Palazzo Strozzi, 2014
A questo punto dovrebbe essere chiaro a tutti che, se Siena vuole sopravviversi, deve essere ripreso e completato il lavoro di ricostruzione, consolidamento e restauro di parte non piccola del Santa Maria della Scala: che è rovinata, mettendo oltretutto in pericolo le parti già in uso del futuro grande museo.
A proposito di questo, è altrettanto scontato che le linee guida, per non dire il progetto, della realizzazione del più grande museo non solo senese, rimangono saldamente quelle enunciate e scritte da Cesare Brandi fino a Gabriele Borghini.
Inutile, o sbagliato, voler incastrare in quel complesso integrato (conglomerated order, direi seguendo Peter Smithson) troppe cose, soprattutto altri museini, mostre o galleried'arte più o meno contemporanea; o più o meno senese.
Ci sarebbero ben altri problemi di ricollocazione che non questi. Ad esempio, ragionando, perchè non la Maestà di Duccio di Buoninsegna? 
Altri tipi di inserimenti si potrebbero e si potranno fare: ma temporanei e di arte moderna, entro il museo già sistemato. Proprio per questo sarebbe conveniente che le opere da esporre si componessero su superfici vaste, senza appiccicaticci; ma in certi casi lasciando spazio intorno: per poterlo eventualmente usare temporaneamente e con colta intelligenza e consapevolezza realmente moderna. Secondo una valutazione molto scrupolosa, oltre che lungimirante.
Volendo fare proprio un esempio: perchè una volta tanto non "fare come Firenze" come è stato fatto recentemente a Palazzo Strozzi; inserire cioè un'opera contemporanea, anche di diversa fattura materica, e non necessariamente appiccicata alle altre opere esposte. Ma posta comunque in una continuità con quelle tutta mentale e di significato.
L'esempio di Bill Viola a Firenze potrebbe benissimo essere ripetuto (ma ci sono molte altre scelte possibili) mettendolo in continuità percettiva anche se in completa difformità di figura e materia. L'opera di Bill Viola è notoriamente una complessa composizione di tecniche formative, compositive e di materia. In questo caso, di Viola, con un risultato addirittura immateriale.

Domenico Di Bartolo al Santa Maria della Scala (1441)

Bill Viola, The crossing, Salton Sea  (Guggenheim)


2 commenti:

  1. SULLA PINACOTECA NAZIONALE DI SIENA E DINTORNI/1
    Cerco di riassumere per mia necessità di ordine 'interno' i dati ed arricchirli con qualche riflessione a ruota libera. Inutile e incompetente, ma per me necessaria, anche per far vedere come sia necessario l'intervento dei tanti validissimi colleghi che possono dire cose serie in tema.
    Qualche fatto. Il Sindaco ha chiarito che a fine 2014 è stata (giustamente) costituita una commissione 'tecnica' che si accosta a quella 'istituzionale' (ma non sarebbe meglio dirla 'scientifica'? questo mi sembra il suo ruolo e la presenza in essa di Roberto Bartalini per l'Università, se ho ben capito, lo conferma; non mi pare siano stati resi noti gli altri membri) per studiare come attuare la Grande Traslazione al Santa Maria Scala della straordinaria raccolta/e della Pinacoteca Nazionale. Senonché lo stesso Sindaco ha precisato che non ha praticamente lavorato perché bloccata dalle novità istituzionali (molto discutibili) del Ministero: lui ora incontrerà il titolare del nuovo Polo Museale Toscano entro il quale la Pinacoteca è stata inclusa (non essendo stata ritenuta degna di autonomia: non è già questo un problema serio, Sindaco?) che quando avrà ricevuto le consegne si attiverà ecc.
    Possiamo supporre qualche operosità prima dell'estate? La commissione quando potrà dire qualcosa? Il problema è che se non si fa un piano di sistemazione analitico non si può neppure disegnare la Nuova Pinacoteca, ossia per essere concreti NON si può fare il progetto ESECUTIVO, che la Banca MPS ha fortunatamente deciso di finanziare, necessario per lavorare in concreto nell'ala del SMS ad essa destinata. Se la commissione lavora rapidamente, SE il progetto conseguente vien fatto rapidamente si può supporre che FORSE entro il 2016(!?) si possano cominciare i lavori dipendenti da fondi europei e regionali attualmente NON liquidi a quanto pare (vi ricordate la promessa dei 10 milioni 'soltanto' necessari disponibili entro l'anno (2015)? ci sono registrazioni tv). (segue)

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  2. (segue)...
    Quando si potrà inaugurare, quindi, la Nuova Pinacoteca lascio indovinare a Voi generosi lettori: 2019, il tempo già della CEC? Beh, qualcosa di grande avverrà comunque allora (FORSE), contentiamoci.
    Il che comporta però due ulteriori problemi (almeno):
    1) che cosa si fa di 'vistoso' nel frattempo, mentre altri Comuni della provincia come Montepulciano, grazie a Dio, si dimostrano molto attivi? La grande mostra sui Lorenzetti per la quale si è parlato del 2015 (fine) come del 2017(?): esiste una qualche commissione scientifica già insediata? Non sarebbe interessante saperlo? E con quali direttive operante? Da farsi con quali soldi? Della CIC del 2015 graziosamente concessa, c'è da immaginare, grazie alle prossime e provvidenziali regionali?
    2) una discussione larga, aperta, culturale per intenderci, sulla Nuova Pinacoteca non sarebbe bene attivarla? Tutti dicono che non può essere pura Traslazione, 'questa sala si riproduce là, quest'altra accanto' ecc., ma allora? Io ricordo ad esempio, sommessamente, a fronte di questa realistica dilatazione dei tempi, che ci sono 'pezzi' di proprietà del Comune e dello stesso SMS in Pinacoteca, oppure ancora che ci sono 'pezzi' provenienti da chiese e monasteri (ancora esistenti e non). Che si fa? Non mi sembrano problemi 'tecnici', caro Sindaco.
    Ma il post mi sembra già abbastanza lungo e noioso per cui chiudo. Non senza un pensiero riverente ai moltissimi che dal secolo scorso hanno lavorato alle grandi raccolte (compresi i donatori di alcuni pezzi) della Pinacoteca. I pezzi per lo più preziosissimi raccolti sono esposti già ora con grande cura, con visibile lavoro, affetto e cultura. Le migliorie sono possibili, ma che siano rispettose del tanto lavoro fatto, non disposte da rottamatori faciloni e fanatici come quelli che imperversano ovunque. Io ad esempio proporrei dei sintetici totem (si chiamano così?) con dati essenziali sull'epoca storica di cui le opere sono espressione. Ci sono le guide (fisiche e non) che aiutano, ma qualche supportino elementare e intelligente può aiutare molto la fruizione di tutto quel bendiddio (si può dire 'abbastanza' trascurato dalle nostre pur ottime guide proprio perché troppo ricco?).
    Grato per ogni correzione, riorientamento del discorso (in vista della continuazione) e precisazione

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