mercoledì 9 ottobre 2013

Caro Senatore


In questi giorni, ormai lunghi e pesanti come mesi, troppe cose sono successe che non consentono di essere affrontate in un blog come questo; né, al contrario, si può ricadere nelle cose più piccole e cittadine, di per sé anche degne di interesse.
Così, approfittando dell'arrivo dell'ultimo numero di Casabella (830), mi limito a sottolineare, come è giusto, la nomina di Renzo Piano a Senatore a vita da parte del Presidente Giorgio Napolitano, il 30 agosto 2013. Intanto la bellissima foto della copertina di Stefano Goldberg (2007?). Poi è giusto esprimere una viva condivisione (alla Napolitano) della nomina. Non solo perché è davvero il miglior architetto italiano - e non da ora - e uno dei più grandi in assoluto. Molti nomi dell'odiosa classifica degli archistar sono ormai caduti o appassiti: il suo invece no. Anzi, il tempo lo libera da antipatici e modaioli confronti.
Un motivo in più per rallegrarsi della sua significativa nomina l'ho trovato nel breve testo su Casabella (pag. 5):
"Ha onorato l'architettura e contribuito a tenerne alto il nome. Lo ha fatto attenendosi al culto della misura."
Parlando di Piano, e in generale del carattere distintivo di tutte le buone architetture, ho usato spesso, anch'io, questa parola: misura. Riconoscendo, cioè, a questo termine, a questa parola, la capacità di cogliere un tratto di tutta la migliore (e grande) arte italiana. Che attraversa persino l'Italia degli anni difficili, del Fascismo.
Non è questione di forma e volume, ma di rapporti più intrinsechi, di elementi di classicità che entrano dentro le opere dando loro un tratto genetico di interiore ma percepibile qualità: addirittura una garanzia di lunga presenza. Come per i visi di certe persone, la misura ne esprime la fisionomia interiore, più che una semplicistica bellezza. Si può parlare di astanza, termine creato da Cesare Brandi?
Una parola - misura - che va oltre le forme, gli stili, le tecniche. Nel caso di Piano, ad esempio, sta anche oltre le dimensioni e le tecnologie, a volte al limite della esagerazione. Terrei fuori, perciò, l'Aula liturgica per Padre Pio, pur ammirandone la mostruosa costruzione degli enormi archi di marmo animato dai cavi d'acciaio.


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