martedì 23 luglio 2013

Smart City


Smart (dal vocabolario, al femminile, come si conviene per una città):
elegante, alla moda, sveglia, intelligente, abile, furba, brillante, spiritosa, forte, secca, rapida, veloce, grande, considerevole.
Come sostantivo anche: dolore e sofferenza

Meglio lasciare, ossia carpire, la parola a Francesco Profumo, già Ministro dell'Istruzione dell'Università  e della Ricerca del Governo Monti; citando un significativo brano di un suo articolo su arcVision (aprile 2013).
"Sono due gli aspetti della visione Smart City, che però vanno sottolineati e tenuti in considerazione. In primo luogo troppo spesso la città è intesa solo come la "città che consuma" e la "città da amministrare". Ma esiste una terza visione - sempre più critica - ed è quella della "città che produce".
Con l'emergere dell'economia dei servizi, la città è ormai diventata il cuore della nuova economia e richiede nuove infrastrutture e nuove piattaforme di conoscenza (sia di produzione, sia di condividsione) anche per produrre in maniera più competiviva. . .
L'aspetto forse più caratterizzante delle città italiane è il loro cuore antico, il centro storico e il patrimonio culturale diffuso: più che un limite verso la loro modernizzazione si tratta invece di una straordinaria occasione per una forte caratterizzazione identitaria e può diventare il laboratorio a cielo aperto dove sperimentare le tecnologie e le soluzioni avanzate. Inoltre, le nostre città sono organizzate attorno alle piazze, hanno una forte dimensione turistica, una diffusione capillare della cultura imprenditoriale artigiana e del commercio al dettaglio. Città dunque come straordinari cantieri progettuali. Etc."

Siena è iscrivibile di diritto in questa prospettiva. Partendo da una condizione di grave crisi, ma non essendo povera, occorre senza indugi attuare o ripristinare una salvaguardia estesa e rigorosa dell'esistente; contemporaneamente individuare i luoghi e i modi per attivare il prima possibile il "laboratorio a cielo aperto".
Perciò occorrono: conoscenza delle qualità esistenti e potenziali, intelligenza politica (senso della polis), capacità organizzativa, apertura al mondo: cioè "collaborare per competere".

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