mercoledì 17 ottobre 2012

Agitare con forza



I Piani Regolatori sono morti: a consolare del triste annuncio rimane la fede. Se avevano un'anima, qualcosa di loro gira ancora tra di noi: perché i Piani Regolatori sono andati oltre la loro "data di scadenza". E qualcuno è ancora mangiabile.
In Italia si sono fatti piani regolatori buoni e piani regolatori sbagliati: c'era comunque una cultura urbanistica che, per quanto quasi completamente monodisciplinare, li accomunava dentro un linguaggio comunque leggibile. Talvolta era solo un dialetto, spesso anche una lingua alta. E gli spropositi si potevano notare a occhio nudo.
Ora siamo, e lo saremo per molto tempo, in una fase che si ama dire "di transizione"; la quale procede per accumulazione di "conoscenze specifiche"; che probabilmente leggono più compiutamente il territorio, ma ne rendono difficile la restituzione in un risultato apprezzabile nelle sue linee essenziali. Perché non disegnano la città e i luoghi per quello che potranno essere: non raccontano niente. Questo vale anche per paesi di poche centinaia di abitanti.
Ogni passaggio, anche secondario, ha oggi una sigla o un nome; ogni settore del presunto sapere ha la sua particolare "cattedra".
Il linguaggio, o il balbettio, che ne esce fuori corrisponde sempre di più ad una burocratica e/o disciplinare competenza. Due obbiettivi sembrano sempre più difficili da raggiungere: il Disegno unitario del Piano; la formazione di Ordinamenti generali (ad esempio Leggi Regionali) che abbiano una sintetica chiarezza "costituzionale". Cioé formata di principi generali espliciti e tra loro conseguenti.
Tutti oggi sono urbanisti e nessuno lo è più. Immane e poco produttivo risulta lo sforzo che compiono alcune Regioni, e l'INU alle sue varie scale, per tenere le fila di una materia ormai disgregata.
In Toscana, ad esempio, l'Assessore competente era partito con idee chiare e concise; e ora sembra navigare generosamente per convegni e incontri. Nel frattempo si sono accumulate Norme e Regole ormai quasi inestricabili, si sono prodotte Sigle che i burocrati e gli apprendisti stregoni dell'urbanistica snocciolano con forse inconsapevole sicumera. Si è ormai riempito un bidone di queste norme, regole, sigle, eccezioni procedurali, competenze, uffici di riferimento, rinvii in fallo laterale di pratiche etc.: che bisognerà, ad un certo punto, rovesciare per capirne il contenuto e il suo sapore/sapere.

disegno di Gordon Cullen da "Il paesaggio urbano, morfologia e progettazione", Gordon Cullen
(The Architectural Press, London, 1961)

Nessun commento:

Posta un commento