Il complesso che costituisce di fatto l'emergenza più
significativa del quartiere di Torre Fiorentina, lungo la via Bernardo Tolomei,
è ora in evidenti condizioni di degrado. È lì da trentacinque anni, quando fu
subito bollato come centro
affari; mentre in realtà la proprietà era pubblica (Comune di Siena) o di
tipo pubblico (Cassa di Previdenza MPS); e credo sia ancora così.
Era stato concepito come il primo
tentativo, in quella periferia disorganica fatta di edifici singoli, di
costituire un nucleo di tessuto urbano capace di dare identità a quel luogo
centrale. Fu, per la prima volta in "epoca moderna", usato di nuovo
il colore: per gli infissi, le lunghe canne fumarie, gli interni dei corpi
scala. Mai stato riverniciato! Anche se non particolarmente amato dai Senesi fu
pubblicato da Bruno Zevi nella sua Rivista “L’architettura, cronache e storia”.
E successivamente, fino alla recentissima rassegna “L’architettura in Toscana
dal 1945 ad oggi – una guida alla selezione di rilevante interesse
storico-artistico”, è stato pubblicato sulle più importanti selezioni di
Architettura Contemporanea in Toscana e in Italia. Vedi, ad esempio, il volume
(quarto della serie “L’architettura Civile in Toscana") “Dall’Illuminismo al
Novecento”, 2002 Monte dei Paschi di Siena SpA, a cura di Amerigo Restucci.
Non è fuori luogo pensare, in
assenza di una mai praticata manutenzione ordinaria, che esso meriti ora
addirittura di essere restaurato. Che poi per le proprietà dovrebbe essere
quasi un obbligo, anche economico, verso un proprio bene. Oltretutto Siena
potrà essere davvero Capitale Europea della Cultura se sarà capace, tra l’altro, anche di proiettare nel futuro il suo moderno
patrimonio architettonico.
A.M.
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