Dal Blog del Presidente della Regione Toscana: www.ilsignorrossi.it |
Sembrerà semplicistico affermare, nella situazione in cui siamo (come
paese, regioni, città), che la rapidità dell’azione politica è il fattore oggi
più necessario e più assente. E invece si deve pretendere da chi ci governa o
ci amministra: rapidi nel fare, non solo nell’enunciare. Perché la rapidità è
già l’inizio di una azione di governo. E’ la partenza da cui dipende la qualità
della attuazione delle scelte che si svilupperanno. La materia (il problema) su
cui spesso si è già discusso molto, deve disporsi secondo la linea che si
attua, anche con necessari aggiustamenti lungo il percorso. Occorre dunque una
democrazia veloce ed efficiente. Vengo perciò, rapidamente, a due temi dibattuti
in Toscana anche con toni alti e ricchi di opportunità.
Primo: il
tema del prossimo (?) dissolvimento delle Province: che fare? Finora è stato
inevitabilmente occasione di legittimi interrogativi e di contrasti forse
insanabili. Credo perciò che la proposta avanzata da Rossi, il Presidente della
Regione, sia la più semplice e, insieme, la più completa: come talvolta
felicemente succede. Le tre grandi Aree Vaste della Toscana possono, infatti,
comprendere le nuove funzioni, e insieme cogliere le diverse fisionomie dei
territori toscani che la storia ha inciso nel paesaggio, nell’arte, nel lavoro
umano, nelle parole….. E anche in più recenti e nuovi problemi ambientali.
Secondo: il tema dell’accorpamento di Comuni che non
corrispondono più, da soli, ad una compagine territoriale che, di fatto, li
supera e comprende. Da qui l’incapacità di gestire, persino di conoscere, i
problemi che hanno ormai un’altra dimensione.
Siena, per esempio: è ormai del tutto inutile continuare a discutere
attorno a ipotesi che eludono il tema centrale. Qualsiasi seria analisi porta infatti
a concludere che la dimensione reale della città è ormai un’altra; e che non
esiste la vera Siena possibile. L’ambito urbano è da tempo più grande degli
attuali confini comunali. Ma non esiste ancora una città, un organismo urbano,
che gli corrisponda. Non è solo un problema demografico; né solo urbanistico.
E’ un problema di forma urbis: elaborare un disegno, non solo fisico, cui tenda
la città assumendo i Comuni contermini come partecipi di questo difficile ma
inevitabile obbiettivo. Ci aiuta, una volta tanto, la Legge , che consente ai
Comuni di accorparsi in un Comune unico. Non c’è bisogno di nessuna norma
speciale. C’è bisogno, invece, di coraggio e unità della Politica che superi le
vischiosità degli apparati; e, insieme, di una elevata capacità di dare forma,
funzioni e significato alla nuova più grande città. Si faccia come Pisa: che si
unirà, speriamo presto, con i quattro comuni confinanti, in un solo Comune di
duegentomila abitanti. Siena potrà averne circa centomila.
Avanti, senza paura: con entusiasmo, anzi!
Augusto Mazzini
articolo pubblicato sul Corriere di Siena il 22 agosto 2012
Augusto Mazzini, schema urbanistico (2008) |
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