Non
conosco personalmente né Renzi, né Civati (ho avuto solo modo di salutarlo); né
Cuperlo, che voterò alle primarie PD dell’8 dicembre.
Perché
Cuperlo? Meglio cominciare al contrario: perché non Renzi, non Civati?
Per
motivi completamente diversi, eccetto uno che accomuna gli ultimi due: l’età,
38 anni. Cioè ambedue giovani, e perciò in grado di provarci benissimo più in
là, anche di poco.
Renzi
è, e sembra che lo rimarrebbe anche se eletto, Sindaco di Firenze. Due
incarichi pesanti e, oggi, incompatibili. E’ lontano il periodo storico, quando
Èdouard Herriot fu Sindaco di Lione dal 1905 al 1957, e Presidente della Camera
dal 1925 al 1928 e dal 1936 al 1940. Nel caso di Renzi avremmo, semmai, una
indigestione di attivismo protagonistico, più che un frenetico e pur laborioso
andirivieni. Ma il motivo del mio non voto è altro. C’è del post-berlusconismo
nel suo apparire e nel comportamento politico spregiudicato. E’ iperproduttivo
di spunti e poco definito in leggibili “punti programmatici” per la riforma del
partito. Anzi per il superamento del partito in quanto tale: quello che è ora
il PD, certo da ristrutturare, ma non da liquidare di fatto. Ogni partito, per
essere tale dovrebbe essere aperto, ma con regole valide per tutti, anche per
il suo segretario. Soprattutto per lui. Il suo protagonismo non sembra
preannunciare comportamenti misurati: tutt’altro.
Si
tenderà poi a imitarlo: già è fastidioso sentirsi definire renziani, civatiani,
cuperliani, peggio ancora dalemiani, etc; identificandosi come gregari privi di
tutte le diversità che arricchiscono ogni persona, anche un politico. Dunque no a Renzi.
Di
Civati non si può dire che bene. E’ colto, attento ai problemi veri, davvero
giovane e nuovo. Anche se accentua volentieri, persino fisionomicamente l’aspetto
giovanile: con barba/senza barba, etc. Io lo vedrei come vicesegretario, se potessi
scegliere. Ma non lo voto per segretario.
Su
Cuperlo sarò breve. Ha l’età giusta per essersi liberato da qualsiasi presunta
baffuta ascendenza. Ha stile e insieme carattere. Si esprime chiaramente e
sinteticamente. E’ stato comunista. Come me e molti altri, che lo eravamo solo
perché iscritti al PCI, che era già un’altra cosa. Lo voterò volentieri.